Prima conferenza stampa a Roma per il neo ambasciatore dell'Iran in Italia, Mohammad Reza Sabouri, dopo il suo confronto di ieri, mercoledì 11 gennaio, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un primo contatto nato dalla volontà, da parte del Capo dello Stato, di ribadire la sua ferma condanna al difficile contesto in Iran, con le proteste in nome di Mahsa Amini finite nel sangue. Nel suo colloquio con i giornalisti, il diplomatico ha voluto tagliare corto sulla questione.
L'ambasciatore ha risposto alla richiesta rivolta dall'Italia a Teheran di sospendere le sentenze capitali sottolineando come "la libertà, di pensiero e di scelta" sia "uno dei valori dell'Islam".
Durante l'incontro tra Sergio Mattarella e Mohammad Reza Sabouri al Quirinale per la presentazione delle Lettere credenziali di rito, il Capo dello Stato ha espresso indignazione e ferma condanna, a nome della Repubblica italiana, "per la brutale repressione delle manifestazioni e per le condanne a morte e l'esecuzione di molti dimostranti", come evidenziato in una nota in merito all'incontro. Presente al vertice anche il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo Cirielli.
Mattarella ha sollecitato così il diplomatico sull'urgenza di porre immediatamente fine alle violenze: un messaggio, quello rivolto al nuovo ambasciatore iraniano a Roma, che si spera venga recapitato direttamente a Teheran.
Dopo la vicenda della detenzione di Alessia Piperno a Teheran, i rapporti tra Italia e Iran sono entrati in conflitto: una vicenda commentata dallo stesso diplomatico, che si aspetta "un atteggiamento più costruttivo da parte delle autorità italiane".
Commentando le iniziative politiche di Roma e Bruxelles, che hanno richiesto di inserire i Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche, Sabouri ha difeso il corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniana. Proprio ieri il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami aveva gravemente minacciato la redazione di Charlie Hebdo, responsabile di aver pubblicato una serie di caricature contro il regime iraniano. "I musulmani prima o poi si vendicheranno", aveva avvertito Salami.
Il diplomatico ha risposto alle accuse, rivendicando l'importanza dei Pasdaran nel contesto iraniano.