59958 morti di Covid in Cina. Questo è il numero di decessi che, dalla fine della politica Zero Covid, si contano a Pechino. Lo ha dichiarato Jiao Yahui, la direttrice generale dell'ufficio di amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale cinese (NHC) durante la conferenza stampa svoltasi nella giornata di sabato 14 gennaio. Fino a quella data, i numeri ufficiali contavano irrealisticamente circa 5 mila morti per Covid dal 2019, di cui una quarantina solo nell'ultimo mese.
L'aggiornamento dei dati è il risultato delle forti critiche ricevute dalla cominità internazionale e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Adesso la Cina ha rivisto i dati e secondo Jiao 5503 casi dei circa 60 mila decessi sarebbe dovuto a insufficienze respiratorie, mentre le restanti ciquantamila sarebbero casi aggravatesi per malattie pregresse. I casi sembrerebbero in calo nella maggior parte del paese, e al momento dai dati forniti la metà dei decessi era over 80 mentre il 90% aveva più di 65 anni, per un'età media di circa 80 anni. Nonostante l'apertura cinese, secondo il New York Times, è ancora presto per dire se la Cina abbia davvero cambiato modalità nella comunicazione riguardo il virus. La stima potrebbe essere fortemente a ribasso, considerando che sono state contante solo le morti avvenute negli ospedali. Questo escluderebbe tutte le altre e soprattutto non terrebbe in conto dei morti causati dal virus ma non dichiarati.
Emblematica è la testimonianza di Lauren Peng, figlia di una madre cinese che sta vivendo il dramma, che scrive: