Il candidato di centrosinistra alle elezioni regionali in Lombardia, Pierfrancesco Majorino, inizia a serrare i ranghi a poco meno di un mese dalla chiamata alle urne. Ospite di Avvenire, l'attuale europarlamentare Dem si è focalizzato soprattutto sul tema della sanità e del sostegno contro l'aumento della povertà.
Tema centralissimo nel dibattito politico, quello della Salute, principalmente per due motivi: il primo è la competenza regionale sulla materia, il secondo riguarda la gestione di Attilio Fontana durante la pandemia covid-19 e la successiva riforma introdotta dall'attuale governatore con l'ex assessora Letizia Moratti (oggi candidata alle regionali per il Terzo Polo).
Per Pierfrancesco Majorino salute significa innanzitutto assistenza alla persona: così il candidato di Pd, Avs e M5s definisce in modo sintetico il pilastro della visione sul tema della sanità. Dalla teoria alla pratica, il cui primo passo sarà restituire centralità alla case di comunità come luoghi di accompagnamento verso le cure vere e proprie.
La riforma Fontana-Moratti, introdotta a fine 2021, prevede un potenziamento della medicina territoriale, sulla scia delle criticità emerse durante le prime ondate covid, e un’altra serie di modifiche (35 in tutto) perlopiù organizzative dei vari enti (ASST, ATS ecc.). Majorino sottolinea tuttavia il problema principe che questo restyling non è riuscito a risolvere: quello delle liste d’attesa. Inaccettabile non garantire cure in tempi dignitosi, ampliando il gap tra sanità pubblica e privata, così l’ex assessore comunale di Milano.
Il suo obiettivo è rivederla dal principio costruendo un tavolo che sia più ampio possibile, prevedendo il coinvolgimento di tutte le componenti. Ci sono però alcuni ostacoli difficili da estirpare alla radice, come per esempio la distribuzione capillare di presidi sanitari: aspetto emerso durante i primi cicli vaccinali, quando molte persone sono state costrette a lunghe trasferte per poter essere immunizzati.
Segue poi un breve focus sui trasporti, coda delle polemiche sull’aumento dei biglietti singoli Atm in vigore dalla scorsa settimana, su cui Majorino aveva scaricato le responsabilità proprio alla Regione Lombardia. Troppe le paranoie, i disguidi e i disagi patiti da migliaia di pendolari quotidianamente, costretti a soluzioni alternative che richiedono un’ampia dilatazione dei tempi. Oltre a tratte dirette, come la Milano-Sondrio, i cui tempi di percorrenza via ferro sono ancora troppo lenti.
Tanti i cantieri fermi, come il completamento della Pedemontana verso Lecco e Bergamo, con poca utilità pratica e costi che nel frattempo sono lievitati. Per non parlare dei collegamenti tra le grandi aree e l’hinterland, con riferimento al prolungamento di alcune linee metropolitane verso la provincia.
Ma la Lombardia non è solo la locomotiva d’Italia, secondo l’immagine economica del pensiero comune, bensì anche specchio delle disparità sociali tra ricchi e poveri. Le file per un pasto caldo sono sempre più lunghe, le liste per gli alloggi pubblici (160mila in tutto, di cui il 70% gestiti da Aler) non garantiscono l’accesso in tempi brevi a causa dell’inagibilità degli stabili o per la burocrazia. Majorino punta molto sul contrasto alla povertà abitativa, che prevede la disponibilità dei servizi essenziali in maniera limitrofa alla propria abitazione.
Attacco finale politico a Salvini sui fondi del Pnrr per le infrastrutture lombarde: Quei soldi ci servono, commenta Majorino, sempre più sicuro di riuscire a sovvertire un pronostico che conferma il risultato da quasi trent’anni.