Peci cosa fa oggi? L'ex brigatista, al secolo Patrizio, salì agli onori della cronaca per essere stato il primo tra le fila delle Brigate Rosse ad essere diventato collaboratore di giustizia. Divenne quello che, nel gergo volgare, si definisce un "pentito" e , in quanto tale, pagò salato il conto della sua redenzione. Ancora adesso, infatti, fonti a lui vicine spiegano che, nonostante il termine della carcerazione, non è in grado di vivere liberamente la sua vita. Vediamo cosa sta facendo e come si sono svolti gli anni dopo quel suo famoso dietrofront.
La biografia di Patrizio Peci dai libri della storia moderna così recita:
Le accuse a Peci sono numerose e inquietanti. Fino al suo arresto avvenuto nel 1980, infatti, l'uomo si rese reo di una consistente lista di delitti ed eventi terroristici, tutti legati al suo status di brigatista, in un lasso di tempo breve ma evidentemente intenso, tra cui la lista che segue:
Anni turpi conclusi in modo quasi rocambolesco. L'arresto di Patrizio Peci, infatti, avvenuto il 20 febbraio 1980, si concretizzò per un caso fortuito, insieme a Roberto Micaletto, quando un carabiniere riconobbe per caso il suo viso. Da là arrivo a sorpresa la decisione di collaborare con lo Stato, in particolar modo grazie al lavoro del generale Carlo Alberto della Chiesa, che fruttò informazioni necessarie alla scoperta del covo brigatista di via Fracchia a Genova.
Essendo di fatto il primo brigatista a compiere una scelta tanto forte, la notizia del pentimento suscitò immediatamente un acceso dibattito. Secondo le fonti ufficiali, infatti, l’arresto fu permesso grazie ai carabinieri che riconobbero per caso il volto di Peci. Ciononostante, le Brigate si convinsero che l’arresto fosse stato promosso da Roberto Peci, il fratello di Patrizio. Per questa ragione, Roberto andò incontro a una fine decisamente tragica raccontata così dal blog di settore La Tana del Cobra:
L'ex brigatista è impegnato in un'intensa attività comunicativa che lo ha portato a pubblicare perfino un libro con Giordano Bruno Guerri dal titolo "Io, l’infame". Questo titolo che venne ripubblicato anni dopo da Sperling e Kupfer e racconta tutta la storia di Patrizio Peci, compresi gli anni nelle BR e il suo storico pentimento. La sua vicenda viene comunque continuata ad essere narrata attraverso documentari e spettacoli teatrali che ne raccontano gli snodi. L'uomo, però, è costretto a vivere in una località segreta con un’altra identità per ragioni di sicurezza, e nessuno può più sapere nulla della sua vita precedente.