18 Jan, 2023 - 11:11

Twitter, all'asta statua con l'uccellino della sede di San Francisco: costerà oltre 16mila dollari

Twitter, all'asta statua con l'uccellino della sede di San Francisco: costerà oltre 16mila dollari

Sta per concludersi l'asta online dei cimeli di Twitter: uno dei pezzi pregiati della vendita straordinaria organizzata da Elon Musk è stato senza dubbio la statua con l'uccellino simbolo del social network. Un vero e proprio reperto, quello messo in vendita insieme ad altre decine di oggetti della sede Twitter di San Francisco, con i fan che potranno dunque portarsi a casa un pezzo di storia del web.

Parte della campagna di riduzione dei costi voluta dal neo-proprietario Elon Musk, l'asta è cominciata ufficialmente a partire dalle 7.00, ora del Pacifico, di martedì 17 gennaio, e si concluderà oggi, 18 gennaio, alle ore 10.00 (pomeriggio ora italiana). A monitorare la messa in vendita degli oggetti la Heritage Global Partners, società leader globale nei servizi di consulenza e aste.

La base d'asta era compresa tra i 25 e i 50 dollari, ma è facile notare come i prezzi siano schizzati molto facilmente tra i collezionisti: a poche ore dal termine dei rilanci, ad esempio, la statua con l'uccellino, alta circa un metro, ha già raggiunto un prezzo di 16.000 dollari. E non è neanche il pezzo più costoso: il display elettrico al neon Twitter Bird della società ha raggiunto un prezzo di 22.500 dollari.

Asta Twitter, la statua e gli altri pezzi pregiati: in vendita anche la macchinetta del caffè

In vendita ci sono anche molti oggetti della cucina della sede di Twitter, dalle sedie ai tavoli e ai pc, dagli oggetti della cucina della sede fino alla macchina del caffè La Marzocco. Tra gli articoli più gettonati anche due tavolini di Herman Miller che nuovi costano 2.000 dollari e la gigantesca e iconica "@", la cosiddetta "chiocciola", alta circa 2 metri e attualmente in vendita per oltre 8.000 dollari.

L'asta dei cimeli di Twitter e della statua con l'uccellino è solo l'ultima trovata di Elon Musk, con l'imprenditore che secondo il New York Times avrebbe messo nel mirino persino gli username degli utenti. La liberazione di circa 1,5 miliardi di username appartenenti ad account di utenti inattivi, infatti, potrebbe costituire un nuovo modo per incrementare gli introiti di Twitter. Stando alle indiscrezioni del quotidiano statunitense, proprio come i cimeli dell'azienda anche gli username "sbloccati" potrebbero essere messi all'asta, finendo acquistati da nuovi utenti.

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Giuseppe Spagnuolo
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