22 Jan, 2023 - 15:55

Primarie Pd 2023, Bonaccini: "Al governo solo vincendo elezioni". Cuperlo e De Micheli criticano il Jobs act. Schlein: "Risolvere le grandi questioni"

Primarie Pd 2023, Bonaccini: "Al governo solo vincendo elezioni". Cuperlo e De Micheli criticano il Jobs act. Schlein: "Risolvere le grandi questioni"

In vista delle primarie Pd 2023, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo si sono confrontati in un faccia a faccia televisivo, ospiti di Lucia Annunziata alla trasmissione Mezz'Ora in Più su Rai 3. I candidati alla segreteria dem hanno ribadito i propri punti programmatici ed evidenziato la necessità di risollevare un partito che nelle ultime elezioni nazionali è uscito con un risultato deludente, decisamente sotto le aspettative.

Primarie pd 2023: il confronto Bonaccini, De Micheli, Cuperlo e Schlein

Partendo da Stefano Bonaccini, il governatore della Regione Emilia-Romagna, ha subito chiarito che "se divento segretario garantisco che il Pd tornerà al governo solo dopo aver vinto le elezioni, basta essere aggrappati al potere". Questo per mettere in chiaro le cose fin da subito. Quindi, Bonaccini ha aggiunto: "La vocazione maggioritaria non è autosufficienza. Solo un pazzo penserebbe di non doversi alleare con nessuno, ma farlo senza subalternità e senza cedere voti, anzi andando a riconquistare voti a destra."

Elly Schlein ha invece cercato di inquadrare la situazione attuale socio-economia, per poi rilanciare il partito risolvendo i problemi delicati del momento: "Credo siano tre le grandi questioni che il partito deve affrontare: il contrasto di ogni forma di diseguaglianza, garantendo la sanità pubblica per tutti, investendo di più nel welfare, nel diritto all'istruzione e alla casa; il tema del lavoro, con il salario minimo e una legge sulla rappresentanza per spazzare via i contratti pirata; e l'emergenza climatica, con un percorso che accompagni cittadini e imprese in una dimensione nuova".

Cuperlo, inoltre, ha evidenziato quali sono state le scelte sbagliate effettuate in passato che hanno 'minato' il percorso del partito: "Io non penso che abbiamo rinunciato ai valori, non siamo sempre stati conseguenti a quei valori. Io il Jobs act non l'ho votato, non per disturbare chi era al timone in quel momento, ma perché pensavo potesse provocare un urto con le persone che rappresentiamo." Un punto su cui la De Micheli concorda: "Il Pd ha perso perché ci siamo persi. Noi abbiamo rappresentato chi ce la fa e chi ce l'ha fatta. E c'è ancora nel nostro partito chi vuole fare ‘un po' e un po'. È mancato il coraggio delle scelte nette. Io non credo sia sufficiente ammettere che il Jobs act sia stato un errore, dobbiamo riscriverle da zero le regole sul lavoro non stare lì a cincischiare su minimi correttivi".

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Simone Fosini
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