25 Jan, 2023 - 09:33

Guerra in Ucraina, Zelensky: "Abbiamo bisogno di uno Stato forte"

Guerra in Ucraina, Zelensky: "Abbiamo bisogno di uno Stato forte"

La guerra in Ucraina inizia il suo dodicesimo mese di conflitto ancora sotto il rumore assordante dell'allerta aerea che ha coinvolto l'intero Paese: a causarla potrebbero essere stati i movimenti avvenuti nelle regioni bielorusse al confine, in particolare negli aeroporti di Baranovichi e Machulischi.

Per quanto concerne i bombardamenti, si segnalano attacchi a Kupiansk, nella regione di Kharkiv, dove un'abitazione e un negozio hanno preso fuoco ma senza causare vittime. I dati diffusi dall'Aviazione ucraina parlano di 11 attacchi al nemico e di tre elicotteri KA-52 distrutti, insieme ad altri armamenti pesanti. In Russia, invece, è andata in fiamma la chiesa di Kirov, divenuta celebre per essere il luogo di beatificazione dei soldati prima di essere mandati a combattere.

Guerra in Ucraina, Usa confermano sostegno a Kiev dopo lo scandalo corruzione

Rimanendo sempre sul versante di Kiev, la guerra in Ucraina rimane leggermente sullo sfondo a causa dei problemi interni all'amministrazione regionale. Il presidente Volodymyr Zelensky, che oggi compie 45 anni, ha completato ieri le nuove nomine dopo aver licenziato cinque capi degli uffici esecutivi regionali accusati di corruzione: Dnipro, Zaporizhzhia, Kyiv, Sumy e Kherson.

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Tutti i problemi interni che impediscono allo Stato di diventare più forte sono stati rimossi. Abbiamo bisogno di uno Stato forte e l'Ucraina sarà esattamente questoEstratto del videomessaggio di Zelensky

Durante l'assemblea del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale, il leader ha poi nominato Oleksiy Kuleba come vice capo dell'Ufficio presidenziale: fratello del ministro degli Esteri Dmytro, era a capo dell'amministrazione militare regionale di Kiev. Il presidente ha inoltre firmato una legge che inasprisce le responsabilità dei militari e aumenta le sanzioni per le violazioni del codice di disciplina. Zelensky ha poi ufficializzato le sanzioni contro i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina canonica, congelando beni e patrimoni.

A tal proposito, gli Stati Uniti hanno affermato lo scandalo legato alla corruzione in Ucraina non influisce sugli aiuti militari e umanitari futuri. Nel suo discorso, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha dichiarato che "Washington continua a prendere sul serio la responsabilità nel garantire ogni forma di assistenza possibile in Ucraina", apprezzando "le azioni rapide e decisive assunte da Zelensky per consegnare i funzionari corrotti alla giustizia".

A dimostrazione del legame solido, potrebbe essere annunciata oggi la consegna di carri armati Abrams all'Ucraina, si parla di almeno 30 unità. In seguito, stando a un messaggio del ministro Kuleba, si discuterà anche del trasferimento di caccia F-16. La Germania, invece, dopo un lungo tira e molla ha confermato l'invio di 14 carri armati Leopard 2. Intanto, qualche centinaio di chilometri più a sud, il presidente turco Erdogan ha convocato per oggi una riunione del Consiglio di sicurezza del Paese, in cui verrà sollevata, tra l'altro, la questione della guerra della Russia contro l'Ucraina e il ruolo di mediatore da parte di Ankara: c'è curiosità per capire se verrà smentita la voce secondo cui la Turchia avrebbe intenzione di lasciare la Nato entro la prossima estate. I partiti più nazionalisti sostengono infatti che la popolazione abbia individuato negli Stati Uniti un soggetto ostile e intimidatorio, dichiarando che siano nutrite maggiori simpatie nei confronti di Putin e della Russia.

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Mattia Polver
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