Irene Pivetti: pm Milano insiste per rinvio a giudizio. La procura di Milano ha insistito in udienza preliminare con la richiesta di mandare a processo Irene Pivetti e altre cinque persone accusate, a vario titolo, di frode fiscale e riciclaggio. Nessuno degli imputati ha chiesto riti alternativi puntando a ottenere già un proscioglimento nella fase pre-dibattimentale. L’avvocato Filippo Cocco, legale dell’ex presidente della Camera, prenderà la parola con altre difese il prossimo 28 febbraio mentre è stata fissata per il 21 marzo l’udienza in cui il gup Fabrizio Filici uscirà con la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio.
Stando alle indagini del pm Giovanni Tarzia condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, Pivetti avrebbe partecipato a una serie di operazioni commerciali risalenti all’aprile 2016 che avrebbero evitato all’Isolani Racing Team di mettersi in regola con l’erario con il quale la società era indebitata per oltre cinque milioni di euro. Tra queste l’acquisto di tre Ferrari Gran Turismo del valore di 1,1 milioni di euro e del logo della scuderia. Le auto e il marchio sarebbero poi stati rivenduti a loro volta al gruppo cinese Daoheda da società riconducibili a Pivetti e ad altri soggetti. Sui proventi derivati dalle cessioni sarebbe stata commessa una frode fiscale di circa 4 milioni di euro, di cui 3,485 milioni di euro da parte di Pivetti.
A dare il via libera al sequestro era stato il tribunale del Riesame di Milano che aveva ribalto il no del gip di Milano in sede di convalida del provvedimento emesso d’urgenza dal pm Giovanni Tarzia. Contro la decisione del Riesame era quindi ricorso in Cassazione l’avvocato Filippo Cocco, legale dell’ex presidente della Camera. Il 6 ottobre si è verificato il primo rinvio dell’udienza preliminare a carico di Pivetti e degli altri cinque co-imputati accusati, a vario titolo, di aver partecipato a una serie di operazioni commerciali risalenti all’aprile 2016 che avrebbero evitato all’Isolani Racing Team di mettersi in regola con l’erario con il quale la società era indebitata per oltre cinque milioni di euro.