Sacro, una parola che sa di clericale ma non è così. E' vero che nel vocabolario è considerato sacro "ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità, con la religione e con i suoi misteri, e perciò impone un particolare atteggiamento di riverenza e di venerazione", ma ha un significato più ampio se di sacralità parla anche Meuccio Ruini, laico, massone del Grande Oriente d'Italia, presidente dell'assemblea dei 75 che preparò il testo della Costituzione italiana.
Rileggere a tanti anni di distanza questo suo pensiero mette i brividi: "Finora qui dentro ci siamo divisi, urtati, lacerati nella stessa discussione del testo costituzionale. Ma vi era uno sforzo per raggiungere l'accordo e l'unità. Ed ora io sono sicuro che nell'approvazione finale il consenso sarà comune ed unanime e dirò che, al di sotto di una superficie di contrasto, vi è una sola anima italiana. L'Italia avrà una Carta costituzionale che sarà sacra per tutti gli italiani". Sacra, appunto, è emozionante quel giorno, il 22 giugno del 1947, in cui il testo costituzionale sta per essere sottoposto all'approvazione finale. "C'è una percepibile euforia nell'aria - raccontano le cronache - Meuccio Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione e del Comitato di redazione (al quale l'Assemblea aveva affidato il compito di risolvere non poche e non sempre facili questioni di coordinamento e di revisione degli articoli per eliminare incongruenze e incoerenze) era riuscito non solo grazie alla sua indubbia capacità dialettica e sapienza giuridica, ma anche a un entusiasmo ed a una simpatia, davvero incontenibili, ad ottenere l'adesione pressoché unanime dei costituenti alle soluzioni proposte". Ci riuscì.
Stefano Bisi