Presunta violenza sessuale ai danni di almeno un minore: questa la ragione che ha spinto le forze dell'ordine a procedere all'arresto di un allenatore di una nota società di basket di Roma. L'accusa a carico dell'uomo è di violenza sessuale aggravata e continuata, con recidiva specifica.
Già in passato il coach era stato condannato, con sentenza definitiva, per violenza sessuale aggravata a danno di minori, anche con meno di 14 anni. In quell'occasione, sotto la lente d'ingrandimento della giustizia erano finiti dei fatti analoghi, commessi sempre in ambito sportivo, in un'altra località dell'Italia centrale. Indagini in corso, coordinate dalla procura di Roma, sulle possibili altre molestie denunciate da altri atleti. Un'inchiesta difficile, fanno presente alcune fonti, perché in un ambiente del genere, dove la società sostituisce i genitori, è molto complicato far testimoniare i ragazzi.
L'indagine della Procura di Roma sulla presunta violenza sessuale da parte dell'allenatore è stata avviata, nel 2020, grazie alla segnalazione di alcuni collaboratori della società sportiva capitolina, che erano stati insospettiti da una serie di atteggiamenti ambigui e inopportuni dell'uomo nei confronti di alcuni giovani atleti. Dalle indagini è emerso come l'orco invitasse regolarmente le sue future vittime presso la foresteria dove alloggiava: la scusa era quella di effettuare "massaggi terapeutici", nonostante il coach non fosse un fisioterapista.
L'allenatore diceva anche di volersi confrontare con i giovani atleti sugli schemi di gioco. Un comportamento che si sarebbe ripetuto più volte negli ultimi anni, sempre nelle ore serali, tanto da creare non pochi sospetti. Per questo motivo l'uomo è stato acciuffato dalla Squadra Mobile della polizia di Roma: si trova ora detenuto presso il carcere di Regina Coeli. Un'ordinanza disposta dal Gip al culmine di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura di Roma.
Secondo chi indaga, con più azioni compiute in tempi diversi, l'uomo avrebbe abusato della sua posizione di allenatore e aiuto allenatore, svolta presso la nota società sportiva di basket, per costringere un giovane atleta del club sportivo a compiere e subire atti sessuali, utilizzando anche condotte violente. Resta ora da chiarire quanti minori siano finiti nella rete del presunto molestatore.
"Chi si rifiuta e denuncia non gioca": è questo il senso delle parole del 55enne, allenatore di basket di una famosa società nel quadrante nord della Capitale, riferite ad alcuni ragazzi molestati dall'uomo nei mesi scorsi. Queste parole sarebbero state raccontate a chi indaga da alcuni testimoni convinti a parlare grazie al grande lavoro dei poliziotti della IV Sezione Squadra Mobile. L'uomo, già arrestato e finito ai domiciliari nel 2015, è stato condannato anche condannato a 2 anni in abbreviato.
In generale, un episodio che segue anche alle scorse polemiche all'interno del mondo della ginnastica italiana, con alcune atlete che lo scorso autunno hanno portato a galla una serie di situazioni delicate su cui gli inquirenti stanno ancora indagando.
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