Tifoso romanista picchiato Salisburgo. Se in campionato le trasferte sono bloccate ai tifosi della Roma, rimane l’Europa per potersi divertire e seguire la propria squadra del cuore. Questo voleva fare Marco Monaci, supporter giallorosso di sessant’anni con disabilità al 100%, che è partito per l’Austria insieme al figlio sedicenne e ai soliti amici del gruppo "A rota de Roma" per seguire la squadra di Mourinho nella gara di andata dei playoff di Europa League contro il Salisburgo. Oltre alla sconfitta, è arrivata anche l’aggressione da parte della polizia locale: "Mi hanno picchiato e hanno trattato mio figlio di 16 anni come un criminale" ha spiegato Marco.
Una giornata tranquilla fra le vie della cittadina austriaca prima di dirigersi alla Red Bull Arena per assistere alla gara. Il risultato finale aveva lasciato l’amaro in bocca a causa di una sconfitta severa per Dybala e compagni che, dopo aver fallito diverse occasioni, subiscono la beffa a pochi secondi dal novantesimo. Insomma, una partita di pallone come tante. "Stavamo quindi andando a prendere le navette - racconta il 60enne giallorosso -. Camminando con le stampelle nel deflusso mi sono attardato rispetto agli altri tifosi". Una camminata lenta senza particolare fretta visto che ad attenderli ci dovevano essere le navette per trasporto verso il parcheggio dove avevano i propri mezzi.
Arriva l'ultimo autobus con l’autista che rimane a bordo senza aprire le porte e spegnendo. Alcuni romanisti cominciano a battere contro i vetri e la carrozzeria per sollecitare il conducente quando compare la polizia che comincia a caricare i tifosi giallorossi. "Sono caduto con le stampelle e quando mio figlio mi ha visto, ha cominciato a urlare di lasciarmi andare". "Papà è disabile, lasciatelo", le urla gridate dal figlio 16enne. Poi l'inaspettato: "Lo hanno preso, sbattuto in terra e ammanettato. Trattato a 16 anni come un criminale. Io sono riuscito a rialzarmi e ho cercato di andargli incontro. Una nuova carica con Monaci che rimane ferito e quindi trasportato in ospedale.
Dal nosocomio austriaco è stato dimesso dopo poche ore con gli amici che sono andati a riprenderlo. Nel frattempo il figlio veniva portato negli uffici di polizia presenti all'interno della Red Bull Arena e "lo hanno rilasciato dandogli un foglio con il quale lo invitano a presentarsi in un commissariato italiano entro 48 ore".
Il calvario si è parzialmente concluso con il transit in viaggio verso la Capitale, durante il quale Marco Monaci scrive un messaggio sul proprio profilo Facebook per lanciare un appello: Ragazzi vi chiedo un favore: dopo la partita sicuramente qualcuno ha visto la carica della polizia davanti alle navettee il conseguente pestaggio nei confronti miei e di mio figlio, e di altre persone. Io sono stato portato via con l'ambulanza. Mi hanno detto che qualcuno faceva dei video, chi li trova me li mandi in privato. Grazie.
Contattato al telefono da Romatoday.it, Marco Monaci spiega: "Vado in trasferta da oltre 40 anni e di situazioni di questo tipo ne ho viste a bizzeffe. Non mi aspettavo però di essere picchiato con le stampelle, non mi era mai successo. Una cosa schifosa. Segnalerò tutto all'As Roma, ho già chiamato l'avvocato e lo comunicherò anche alle ambasciate".
A rappresentare la famiglia Monaci è l’avvocato Lorenzo Contucci che si è già messo in contatto con il consolato italiano in Austria per richiedere spiegazioni del comportamento di alcuni agenti in assetto antisommossa che hanno abusato della forza in una situazione tranquilla durante una trasferta che non ha mostrato un clima teso o creato disordini."La moglie mi ha chiamato e mi ha detto che la polizia austriaca ha picchiato il marito e il figlio. Li ho messi in contatto con alcuni avvocati austriaci. Sono convinto che - qualora fossero accertate le responsabilità - chi ha sbagliato pagherà. L'Austria è un Paese civile con un ottimo ordinamento giudiziario. Sono fiducioso che quanto accaduto verrà a galla".
Un caso che potrebbe anche avere risvolti diplomatici. Era stata una serata tranquilla, con quelli del Salisburgo non c’è stata alcuna animosità. Quindi il comportamento dei poliziotti austriaci è incomprensibile. Forse hanno scambiato le stampelle del signor Monaci per armi, non lo so. Comunque è assurdo che nel 2023 non ci sia nessuno in grado di parlare in italiano con i nostri tifosi ha concluso l’avvocato Contucci.