01 Mar, 2023 - 17:00

Le rubano la macchina con il figlio dentro, ma Volkswagen si rifiuta di rintracciarla: "C'è da pagare l'abbonamento"

Le rubano la macchina con il figlio dentro, ma Volkswagen si rifiuta di rintracciarla: "C'è da pagare l'abbonamento"

Ad una donna americana di 34 anni è stata rubata la macchina, ma Volkswagen si è rifiutata di collaborare a rintracciarla, motivando il tutto con la richiesta di rinnovo dell'abbonamento. Ad aggravare il tutto, inoltre, è stato il fatto che all'interno del veicolo fosse presente il figlio di due anni della malcapitata. Sempre più case automobilistiche stanno iniziando ad offrire servizi a pagamento per localizzare la propria auto tramite specifiche applicazioni. Un fattore in più, in termini di sicurezza, che serve ad aiutare sia i proprietari delle macchine che le autorità, ma, come abbiamo potuto vedere, le cose non vanno sempre nel modo corretto.

Macchina rubata, ma Volkswagen non collabora

Il tutto è iniziato quando un malvivente è riuscito ad entrare in possesso dell'auto, una Volkswagen, di una donna incinta di 34 anni. All'interno, però, è rimasto, sui sedili posteriori, l'altro figlio di due anni. L'uomo, poi, per scappare, aveva anche investito la donna, la quale era comunque riuscita a chiamare il 911, le quali, non avendo nessun idea su dove potesse essere fuggito il malvivente. Da qui è nata l'idea di rivolgersi al servizio Car-Net di Volkswagen, per ritrovare l'auto in questione. La risposta, però, è stata totalmente inaspettata, con la casa automobilistica che si è rifiutata di fornire aiuto dal momento che la donna non aveva rinnovato il suo abbonamento.

Volkswagen, infatti, ha preteso il pagamento dei 150 dollari di canone, per riattivare il servizio e fornire tutte le informazioni necessarie alle autorità. Lo sceriffo ha provato a spiegare la gravità della situazione, ma senza ottenere alcun risultato. Alla fine, a pagare l'abbonamento è stato un parente della vittima, comportando, però, la perdita di tempo fondamentale per le ricerche. L’informazione ottenuta dal tracciamento dell’auto, inoltre, era diventata inutile dal momento che il bambino, che era stato scaricato in un parcheggio, era stato ritrovato da un passante in zona che aveva poi avvertito le forze dell’ordine.

La casa automobilistica ha provato a scaricare le colpe di quanto accaduto proprio su Car-Net, dicendo che solitamente il servizio prevede delle procedure di emergenza inerenti alle richieste delle forze dell’ordine. In generale, però, il servizio ha sollevato numerosi dubbi nell'ultimo periodo, visto che molti clienti avevano scoperto, lo scorso anno, che il loro servizio non funzionava più a causa della tecnologia 3G sul quale era stato costruito e che era divenuta ormai obsoleta.

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Giorgio Mastrogiacomo
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