Cutro attende il Governo. Giovedì 9 marzo la premier Giorgia Meloni ha deciso di organizzare un consiglio dei Ministri proprio nella cittadina, luogo del naufragio che ha portato alla morte di 72 persone, tra uomini donne e bambini. Il cdm si terrà nell’aula consiliare del comune per discutere - come ordine del giorno - di migranti e, probabilmente, per varare misure che inaspriscano le pene contro gli scafissi e potenziare la cooperazione con i paesi africani. Mentre le associazioni pacifiste arriveranno sabato 11 marzo per dire basta ai naufragi e fermare le morti in mare.
Ma Giorgia Meloni si sta muovendo anche tra i piani dell’Ue, per smuovere le acque e sensibilizzare le massime cariche europee ad affrontare un tema spinoso in maniera omogenea. Il presidente del consiglio ha incontrato l’8 marzo il suo omologo olandese, Mark Rutte. Una discussione molto pragmatica, a detta di Giorgia Meloni, dove sul piatto ha messo – appunto – la questione migratoria che va affrontata partendo dalla difesa dei confini esterni e dalla lotta ai trafficanti, tema che per quanto riguarda l'Italia diviene ancor più rilevante all'indomani della tragedia di Cutro".
Ma il presidente del Consiglio italiano vuole mantenere i fari accesi sulla questione. E infatti ha scritto una lettera alle massime istituzioni europee, ha detto ancora la premier alla stampa dopo l’incontro con Rutte.
Sono soddisfatta della risposta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che riprende le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo, in cui si conferma un cambio d'approccio sulla questione migratoria, la consapevolezza di un problema europeo che va affrontato a livello europeo, la consapevolezza della necessità di combattere i traffici e i trafficanti di vite umane, anche per salvare le vite umane, la cooperazione con i Paesi africani".
Al consiglio dei Ministri a Cutro rispondono trenta associazioni pacifiste, ribadendo che la strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile. Non vanno per il sottile e puntano il dito contro l’Esecutivo. Chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il Governo – aggiungono in una nota congiunta - non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 72 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare. Ma non solo un attacco contro il Governo sulla gestione dei migranti, ma anche sei punti,. Sei richieste a che si faccia chiarezza sul serio, su quanto accaduto nelle acque di Cutro, e che tutte le istituzioni si attivino per fermare le stragi del mare.
"Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo; chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera; chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma; chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità; chiediamo di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non UE; chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori".