L’allarme siccità è un problema globale, come dimostrano le immagini scioccante che arrivano dall’Australia, dove milioni di pesci morti e in avanzato stato di decomposizione sono emersi a galla sul fiume Darling rivelando la portata estesa del fenomeno.
L’episodio è accaduto nella città australiana di Menindee, nel Nuovo Galles del Sud, un’area piuttosto ricca di bacini fluviali. I video sono diventati virali in poco tempo sui principali social media e mostrano imbarcazioni che attraversano uno strato piuttosto esteso di pesci morti, rivelando a malapena la superficie marina sottostante.
Secondo il Dipartimento delle Industrie Primarie del Nuovo Galles del Sud, la quantità smisurata di pesci morti in Australia è causata dai bassi livelli di ossigeno quando la portata fluviale diminuisce. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i pesci hanno bisogno di più ossigeno nei periodi più caldi (in Australia attualmente è fine estate). Tra le conseguenze collaterali ma ugualmente spiacevoli, la cittadinanza si è lamentata del lezzo emanato dalla colonia di pesci morti, anche a chilometri di distanza.
Si tratta della terza moria di massa nella regione nel recente passato dopo quelle del 2018 e del 2019 come ricordato dal governo del Nuovo Galles del Sud. In quel caso, però, le cause del decesso furono attribuite al flusso idrico inadeguato, alla scarsa qualità dell'acqua e alle repentine variazioni di temperatura. I residenti (Menindee conta appena 500 abitanti nonostante l’ampia estensione superficiale) descrivono la situazione come surreale e parlano di danni ambientali incalcolabili.
La cittadina continua ad assistere a momenti diametralmente opposti, tra inondazioni e siccità. La moria di pesci, soprattutto aringhe e carpe, nasconde però anche il problema del progressivo spopolamento dell’ecosistema marino dovuto alla siccità perdurante. L’attuale clima torrido che aleggia sul sud-est dell’Australia ha dunque compromesso la sopravvivenza dell’habitat naturale.