Nove anni dopo l'ultima volta, l'Ipcc presenta il suo rapporto sul riscaldamento globale. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico ha un'affidabilità comprovata: è composto da migliaia di scienziati provenienti da 195 paesi ed è patrocinato dall'Onu.
Nel loro rapporto, gli scienziati sottolineano una volta per tutte come l'emergenza climatica sia ormai un fenomeno assolutamente critico: a provocare disastri sulla Terra le emissioni di gas serra di origine umana, alimentate dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Principali responsabili delle emissioni sono i Paesi più ricchi del globo.
Per correre ai ripari, dunque, è indispensabile agire il prima possibile: quello in corso secondo gli esperti è senza dubbio il decennio decisivo per invertire la rotta. Ora o mai più, dunque: il piano per contenere il riscaldamento globale passa inevitabilmente per una rinuncia ai combustibili fossili e per il dimezzamento delle emissioni di gas serra entro il 2030.
Nonostante i progressi fatti, "ci sono lacune nelle misure di adattamento che agli attuali tassi di attuazione aumenteranno", mentre restano "divari tra le emissioni previste dalle politiche in atto e gli impegni assunti a livello nazionale". L'Ipcc avverte come sia "essenziale un'azione accelerata per l'adattamento in questo decennio per colmare il divario tra l'esistente e ciò che è necessario".
Approvato dai delegati di tutti gli Stati membri dell'Onu, il report rivela come i Paesi più ricchi, tra cui l'Italia, non abbiano fatto altro che foraggiare la crisi climatica con le emissioni di Co2. A farne le spese i territori più poveri, che necessitano anche di un migliore sviluppo industriale per dare il loro contributo.
Il documento mette dunque nel mirino proprio le emissioni di Co2, da tagliare del 48% nel 2030, del 65% nel 2035, dell'80% nel 2040 e del 99% nel 2050.
Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, l'umanità si trova "in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente". I dati evidenziano come "gli esseri umani sono responsabili di quasi tutto il riscaldamento globale degli ultimi 200 anni".
Il segretario generale Onu ha poi passato la palla "agli amministratori delegati di tutte le compagnie petrolifere e del gas", rivolgendo loro la richiesta di essere "parte della soluzione, presentando piani di transizione credibili, completi e dettagliati in linea con le raccomandazioni".
Tra gli autori del rapporto Ipcc anche la responsabile scientifica del Wwf su Clima ed Energia Stephanie Roe, che ha ricordato come il sistema alimentare sia "responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra".