Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà in Aula oggi, prima in Senato e poi alla Camera dei Deputati per riferire l'informativa in vista del Consiglio Ue in programma il 23-24 marzo (il terzo dall'insediamento dell'Esecutivo da lei guidato): si farà il punto sulle conclusioni del Consiglio straordinario dello scorso 9-10 febbraio. Questa mattina la premier ha incontrato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per allinearsi sulla linea comune italiana in vista dell'appuntamento di giovedì a Bruxelles.
Davanti all'aula del Senato, Giorgia Meloni ha aperto la sua informativa con una frase che fa intendere lo spirito con cui l'Italia affronterà il prossimo Consiglio Ue:
La premier ha ricordato che il Consiglio straordinario di febbraio ha segnato una svolta nel dibattito sull'immigrazione, concepito per la prima volta come un'emergenza strutturale a causa soprattutto della pressione migratoria senza precedenti nel Mediterraneo. Ricostruendo la linea cronologica dei fatti si è poi passati alla tragedia di Cutro e alla lettera che la leader di Fdi ha inviato a Bruxelles e alla presidenza Ue svedese, in cui il concetto di fondo era che "le frontiere dell'Italia sono le frontiere dell'Europa, che è dunque chiamata a difenderle".
Successivamente, al consiglio dei ministri di Cutro del 9 marzo scorso l'Italia ha "messo giù" i punti salienti che saranno presentati giovedì: stop alle partenze, collaborazione con i Paesi di origine e di transito, rimpatri, protezione umanitaria, contrasto immigrazione illegale. Per intensificare la sua presa di posizione, Meloni farà memoria di quanto l'Ue fece per la Turchia nel 2015, quando finanziò con quasi 500 milioni di euro l'approdo di oltre 3,5 milioni di rifugiati in cinque anni, per lo più dalla vicina Siria
"Non dobbiamo dimenticarci che ogni essere umano ha innanzitutto diritto a sperare in una vita migliore nel proprio Paese, grazie a nuove opportunità": altra frase che la premier scolpisce, contestando il fatto "che l'Ue abbia colpevolmente trascurato e persino rimproverato l'Italia di non fare abbastanza".
Allo studio domani il Piano pluriennale per la protezione delle frontiere esterne, di cui i capisaldi sono il pieno dispiegamento delle risorse di Frontex (l'agenzia Ue per il soccorso in mare) e il principio di coinvolgimento degli stati di bandiera delle Ong nelle operazioni sar (non più solo su stati di approdo).