Nelle ultime ore Confindustria ha rilasciato un nuovo report aggiornato per quanto riguarda le stime di cresciuta Pil 2023 dell'Italia. Dopo aver ipotizzato una 'crescita zero' qualche settima fa, ora l'organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiane sembra essere più fiduciosa. Secondo quanto detto da Carlo Bononi, presidente di Confindustria, alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio, ci sono gli elementi per registrare comunque un 2023 in positivo. Tanto dipenderà, però, dalla seconda parte dell'anno solare e dagli interventi che il governo intraprenderà anche in vista di una nuova riforma fiscale.
Bonomi ha quindi parlato di "crescita modesta. in netto rallentamento rispetto alla media del 2022 più favorevole di quanto ipotizzato appena qualche mese fa. Il miglioramento? Esclusivamente legato alla migliore dinamica nella seconda metà del 2022. Escludendo il trascinamento per quest'anno si conferma una crescita piatta. Per il 2024 invece, grazie al rientro dell'inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale, si registrerà una dinamica migliore anche in Italia (+1,2%)".
Come accennato poco sopra, il numero 1 di Confindustria ha detto di aspettarsi un secondo semestre "in rallentamento, e i dati della produzione manifatturiera purtroppo già stanno segnando un rallentamento. Ed è importante questo dato perché sappiamo tutti che la produzione manifatturiera fa da traino a tutto il resto. Tutti i dati dicono che l'Eurozona e gli Stati Uniti nel 2023 rallenteranno. Questo a differenza di una Cina che, dopo il lockdown, ripartirà in maniera molto forte. I Paesi emergenti cresceranno, Eurozona e Stati Uniti saranno fermi."
Bonomi ha parlato anche della gestione dell'inflazione a livello paese che sta, ovviamente, determinando la contrazione del Pil 2023: "Ci aspettiamo nell'ultimo quadrimestre dell'anno una discesa dell'inflazione. Sarà una inflazione che sarà intorno al 5-6%. Di fronte a questa inflazione vediamo politiche della Bce che ci preoccupano perché abbiamo vissuto 10 anni di tassi negativi, il che era impensabile: quello che sta facendo la Bce sta andando oltre il giusto contrasto che deve essere fatto e non vorrei che per il contrasto all'inflazione si entrasse in recessione. La ricetta era giusta, l'operazione è andata bene ma il paziente è morto".
Tra le altre cose, Bonomi ha chiesto la salvaguardia del Pnrr per aiutare le aziende italiane ad essere ancora più competitive e poter godere di investimenti che potranno dare risultati sul medio-lungo periodo: "Con il Pnrr abbiamo una grande opportunità. Tra Pnrr e il nuovo settennato dei fondi di coesione, parliamo di quasi 400 miliardi nei prossimi anni: è un'occasione che l'Italia non può perdere. 'Dobbiamo stare tutti alla stanga' ci ha richiamato il presidente Mattarella. De Gasperi aveva detto" quella frase "in un momento in cui l'Italia doveva essere ricostruita nel dopoguerra dopo le macerie: il momento è diverso ma l'opportunità del Paese è la stessa, il monito del presidente della Repubblica non può cadere"
Un monito che deve essere accolto dal Governo Meloni, alle prese con diversi temi intricati sul tavolo.