La Germania ha confermato in via ufficiosa l’arrivo in Ucraina di 18 carri armati Leopard nel supporto bellico alla guerra. Stando al comunicato pubblicato su un importante quotidiano nazionale, Berlino avrebbe inviato circa 40 veicoli da combattimento di fanteria Marder. Insomma, un pacchetto completo di dimensioni corpose per consentire a Kiev di proseguire la sua attività difensiva.
Si tratta della seconda consegna in pochi giorni. Lo scorso venerdì erano infatti giunti sul suolo ucraino tre veicoli ingegneristici Dachs, oltre a ulteriori mitragliatrici MG3 e sistemi di rilevamento dei droni russi. Complessivamente, dall’inizio del conflitto la Germania ha fornito all'Ucraina circa 2,7 miliardi di euro in aiuti militari, secondo il governo tedesco. Cifre consistenti ma lontanissime dai finanziamenti britannici e americani.
Il percorso esatto del trasporto è stato tenuto segreto per motivi di sicurezza. In virtù di ciò, il portavoce del governo Steffen Hebestreit non ha voluto confermare o smentire la notizia, limitandosi a una diplomatica conferma sull’aggiornamento settimanale del pacchetto.
La consegna è stata oggetto di una lunga battaglia nel governo tedesco alla fine di gennaio, fino alla sua approvazione. I carri armati forniti da Berlino sono del tipo più modern Leopard 2A6. Un altro gruppo di veicoli 2A4, meno aggiornati e all’avanguardia, sarà fornito dalla Polonia e da altri Paesi.
Questa mattina, intanto, la guerra in Ucraina è tornata indietro con le lancette di qualche mese: il presidente Volodymyr Zelensky ha infatti visitato i soldati ucraini impegnati prima linea nel sud-est di Zaporizhzhia. Si tratta della terza visita presidenziale nell’ultima settimana, dopo quella di Bakhmut il 22 marzo e quella di Kharkiv il 24 marzo.
Ai militari ha rivolto un lungo discorso di ringraziamento, poi ha visitato alcune infrastrutture civili (tra cui gli ospedali). Contestualmente, il leader di Kiev ha ricevuto Rafael Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Un dejà-vù di quanto accaduto a settembre, quando il rischio nucleare era tangibile a seguito dei bombardamenti sulla centrale di Zaporizhzhia.
A proposito di nucleare crescono le controffensive occidentali rispetto alle parole di Putin sulla Bielorussia. Oggi il portavoce dell'intelligence militare ucraina Andriy Yusov le ha definite "un tentativo di alzare la posta in gioco". Yusov, che ritiene un "ricatto" l'impiego dell'atomica da parte di Mosca, non esclude che si arrivi a questa soluzione se le cose non dovessero migliorare in tempi rapidi.
Anche gli alleati dell'Ucraina hanno criticato il presunto piano della Russia, definendolo "pericoloso e irresponsabile". Nella giornata di domenica, il capo della politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell ha reagito all'annuncio della Russia, definendolo una "escalation irresponsabile e una minaccia alla sicurezza europea". Borrell ha aggiunto che la Bielorussia, che agisce come alleata della Russia nella guerra contro l'Ucraina, "può ancora fermarla, è una loro scelta".
Qualche ora dop Peter Stano, portavoce della Commissione Europea per le questioni di politica estera, ha dichiarato che l'Unione Europea avrebbe reagito se la Russia avesse schierato le sue armi nucleari tattiche in Bielorussia, come annunciato da Mosca.