Truffa Superbonus a Monza: 48 indagati e 90 milioni di euro sequestrati. Il gruppo di truffatori creava crediti inesistenti e li cedeva attraverso architetture societarie fittizie. Sotto accusa anche due commercialisti.
La Guardia di Finanza di Monza ha scoperto una maxi truffa sul Superbonus e ha disposto il sequestro preventivo di denaro, beni e crediti fiscali per un valore di 90 milioni euro. Al momento sono 48 i soggetti indagati tra ditte individuali e società per le ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio dei proventi illeciti e indebite compensazioni di crediti fittizi.
L’indagine è partita dopo anomalie antiriciclaggio e alert di rischio emersi nei confronti di un commercialista di origine calabrese residente in provincia di Monza. L'uomo avrebbe effettuato plurime operazioni di acquisto di crediti per un valore di 13 milioni di euro da un’amplia platea di persone fisiche per poi cedere a catena i crediti nello stesso giorno poi monetizzati presso Poste Italiane. Le indagini ha fatto emergere però un vero e proprio sistema di truffatori che comprendeva 48 soggetti tra ditte e società che creava e faceva circolare crediti d’imposta inesistenti ed otteneva grandi liquidità utilizzando in maniera fraudolenta la cessione dei crediti fiscali tra il 2020 e il novembre 2021.
Nel corso delle indagini sono state approfondite 700 posizioni di persone che per prime avrebbero ceduto i crediti per l’esecuzione di presunti interventi edilizi. Le anomalie riscontrate sono diverse tra cui l’assenza di immobili per i richiedenti, la mancanza dei cosiddetti bonifici parlanti, la duplicazione delle cessioni di credito a più soggetti per lo stesso importo, ma con codici tributo differenti, persone con redditi esigui o percettori di reddito di cittadinanza.
Sono state anche inviate false comunicazioni all’Agenzia delle Entrate e sono coinvolti due commercialisti: uno di Napoli e uno di Treviso. I sequestri disposti dalla Guardia di Finanza ammontano a circa 90 milioni di euro: 38 milioni di euro di crediti d’imposta, 51 milioni di euro tra disponibilità finanziarie, 30 immobili, tra cui 3 ville a Venezia e Massa, una Porsche, circa 200 mila euro nei confronti di due soggetti che avevano proceduto a compensare illecitamente i crediti di imposta oltre alle perquisizioni effettuate in casa degli indagati.