Psoriasi: come curarla? Questa è una domanda a cui non è stata trovata ancora una risposta universale. Riguardo questa malattia infiammatoria cronica della pelle di origine autoimmune se ne parla fin troppo poco, nonostante in Europa sono 14 milioni i casi e di qualsiasi fascia d'età. Ricordiamo infatti che questa malattia può colpire indistintamente bambini, adolescenti o anziani e in Italia riguarda circa il 3 per cento della popolazione.
Proprio recentemente, come fa sapere Adnkronos, la Commissione europea (Ce) ha approvato Deucravacitinib, un farmaco first-in-class, inibitore orale della tirosin-chinasi 2 (TYK2) per il trattamento dei pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a severa, candidati alla terapia sistemica. Si tratta della prima terapia orale con un nuovo meccanismo di azione approvata per questa indicazione negli ultimi 10 anni. Ha dichiarato in merito Piergiorgio Malagoli, Responsabile della PsoCare Unit dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano, durante la conferenza stampa di presentazione di questo farmaco:
In base agli studi clinici Deucravacitinib va assunto solo una volta al giorno e non due come accade per placebo e apremilast. Inoltre non è previsto alcun monitoraggio di laboratorio per i pazienti che lo assumono. Tra le controindicazioni si registra una infezione delle vie respiratorie superiori con incidenza di infezioni gravi allo 0,6 per cento contro lo 0,5 di chi usa il placebo. Nelle prime 16 settimane di ricerca ha colpito il 29,1 per cento dei pazienti trattati, rispetto al 21,5 per cento di quelli che hanno ricevuto il placebo. Ha fatto sapere Antonio Costanzo, professore Ordinario di Dermatologia e direttore dell’UOC di Dermatologia presso Irccs Istituto Clinico Humanitas - Rozzano, Milano:
Questa scoperta è fondamentale in quanto al momento i pazienti italiani affetti da psoriasi non riescono a controllare la malattia a lungo termine. Nonostante negli ultimi anni ci siano stati dei progressi nelle cure, come per esempio gli anticorpi monoclonali ed i farmaci biologici, non si tratta di somministrazioni facili. Ha concluso Malagoli:
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