Come già sottolineato in precedenza, il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni rappresenta un importante alleato per l’Italia rispetto al dossier Pnrr. Già due settimane fa aveva rassicurato l’Esecutivo sulla flessibilità di Bruxelles, prendendo le distanze da altri rappresentanti della Commissione (su tutti il vicepresidente Valdis Dombrovskis).
Una posizione che l’ex premier ha confermato oggi, pizzicato dalle telecamere dei giornalisti presenti a New York per il meeting di primavera organizzato dal Fondo Monetario Internazionale.
Gentiloni ha poi precisato che l’Italia non godrà di un trattamento di favore, dal momento che questa proroga è già stata concessa anche ad altri Paesi. L’attuazione concreta del Piano di Ripresa e Resilienza, infatti, costituisce un obiettivo primario tanto per Roma quanto per Bruxelles, in virtù della sua dimensione riformatoria.
Oltre alla terza rata del Pnrr, Gentiloni si è espresso anche sui dati del Documento di Economia e Finanza (Def), ratificato ieri dal Governo italiano a margine del Consiglio dei Ministri.
Non abbiamo ricevuto formalmente documenti, quindi non possiamo dare valutazioni formali
Confessando di aver però seguito i giornali sull’argomento, l’ex segretario Pd parla di impostazione realistica e prudente da parte dell’Esecutivo.
Sul tema Pnrr partecipa al dibattito anche il capo di gabinetto dell’ufficio di Gentiloni, Marco Buti, in una lettera inviata al Corriere della Sera
L’introduzione della missiva vuole subito sgomberare il campo da possibili fraintendimenti, visto che viene precisato come ci siano scambi proficui, intensi e continui tra i servizi della Commissione e le autorità nazionali.
Buti insiste sul concetto di flessibilità del Fondo Next Gen EU da cui attinge il Pnrr. Pertanto, è possibile attuare revisioni dei singoli Piani, purché mirate e motivate da circostanze oggettive. Il problema dell’Italia è che, secondo fonti governative, molti punti contenuti al suo interno non sono prioritari o difficilmente realizzabili. Tradotto, significa che l’Italia rischia di perdere parte dei fondi a lei destinati poiché non sarebbero poi spendibili nel concreto.
Lui stesso traccia la futura roadmap degli obblighi di Giorgia Meloni: