Matteo Messina Denaro durante i colloqui intercorsi in carcere a L'Aquila con le tre sorelle, Rosalia, Bice e Giovanna, ha confermato di voler proseguire con la propria strategia, rifiutando dunque di collaborare con la magistratura e rilasciando una confessione rilevante. Nei giorni successivi a quest'ultimo incontro, risalente ormai a diverse settimane fa, la sorella Rosalia è a sua volta finita in carcere.
In tutti i colloqui precedenti, Messina Denaro aveva sempre negato di avere una responsabilità nei delitti e nelle stragi a lui imputate, chiudendo ogni possibilità di cooperazione con la giustizia. L'ex latitante, gravemente malato, non intende tradire Cosa Nostra e chi lo ha favorito nel corso di questi anni. Nonostante il rifiuto da parte di Messina Denaro di parlare con i pm e collaborare, gli inquirenti sono già sulle tracce di chi ha affiancato il boss e lo ha aiutato ad arricchirsi e nascondersi. Tra tutti, la sorella adesso dietro le sbarre, Rosalia, che è stata definita dal tribunale del Riesame "preziosa e fedele esecutrice del capomafia latitante".
Tra le persone che sono state vicino al boss negli anni della latitanza non rientra invece l'unica sua figlia accertata, che prima dell'arresto non aveva mai voluto incontrarlo il padre. Messina Denaro, fortemente risentito da questo atteggiamento, definiva la ventiseienne "degenerata nell'intimo" e "sciacqualattuga", secondo quanto riportato da diversi pizzini. Tuttavia, dopo la cattura del padre, la ragazza si è dimostrata disposta a incontrarlo. Messina Denaro, durante il colloquio, l'ha trattata con distacco e freddezza e l'ha rimproverata di non averlo mai ringraziato per i regali, mentre la figlia gli ha fatto presente di aver riallacciato i rapporti con le tre zie. L'incontro tra i due si è concluso con il consenso del boss a un eventuale utilizzo del cognome Messina Denaro da parte della figlia.