L'International Tennis Integrity Agency (ITIA), responsabile della gestione e dell'amministrazione dell'antidoping nel tennis professionistico, ha confermato che Simona Halep parrebbe aver nuovamente violato il programma anti-doping del tennis (TADP), trovandosi dunque al centro di nuove accuse di utilizzo di doping. Tale imputazione, non correlata alla precedente, è relativa ad alcune irregolarità che sono state riscontrate nel passaporto biologico dell'atleta (ABP).
A seguito di una prima positività alla sostanza vietata Roxadustat, risultata da un test svolto nell'agosto 2022 in concomitanza dello US Open, la tennista rumena, due volte campionessa Slam, risulta provvisoriamente sospesa dall'attività professionistica da ottobre 2022. Relativamente a questa prima accusa, il processo è stato fissato per il prossimo 28 maggio, ma è possibile che venga rinviato nuovamente.
L'addebito aggiuntivo riguarda delle anomalie che sono state ravvisate da un gruppo di esperti ABP indipendenti in relazione alla valutazione del profilo ABP di Simona. Il Senior Director del comitato organizzativo antidoping in seno all'ITIA, Nicole Sapstead, a commento di questa nuova accusa ha affermato di comprendere che l'annuncio avrebbe aggiunto complessità a una situazione già di per sé complessa e per questo da parte dell'ITIA c'è sempre stata la volontà di relazionarsi con Halep in modo empatico e attento. Ha poi aggiunto:
Da parte sua, Halep ha deciso di mandare un messaggio nella serata di venerdì tramite i suoi social media, ripercorrendo quanto successo dallo scorso 7 ottobre, quando è stata accusata per la prima volta di sospetto uso di doping, e scagliandosi direttamente con l'ITIA.
La tennista ha dichiarato di sentirsi impotente di fronte alla convinzione dell'ITIA di volerla dimostrare colpevole per qualcosa che non corrisponde ai valori della sportiva. Per questo, dice in conclusione di potersi confrontare con giudici indipendenti per poter dimostrare la sua innocenza.