Giornata di ricorrenze a Milano dove oggi, lunedì 22 maggio, si celebra il 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Per l'occasione si è recato in città anche Sergio Mattarella: in scaletta, per il presidente della Repubblica, c'erano il Cimitero Monumentale e Casa Manzoni.
Nei pressi del Famedio, tempio dei milanesi illustri, Mattarella ha deposto una corona di fiori sotto il monumento funebre dello scrittore. Presenti diverse personalità della politica, tra cui il governatore lombardo Attilio Fontana e l'assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi.
Nel pomeriggio, alle ore 16, è la volta di Casa Manzoni, dove il Capo dello Stato si è recato per ricordare un grande esponente della letteratura italiana Ottocentesca. Presente anche la Civica Orchestra di Fiati, che ha eseguito l'inno nazionale in cortile. Alla cerimonia ha partecipato una rappresentanza di studenti e studentesse dei due istituti scolastici meneghini intitolati a Manzoni.
Per ricordare Manzoni, nel giorno dell'anniversario della sua morte, è intervenuto il sindaco Giuseppe Sala durante il consueto appuntamento con il suo podcast "Buongiorno Milano".
Una vera festa, quella legata alla celebrazione, per tutti i milanesi, conterranei di una personalità di spicco per la città. Sala sottolinea come Manzoni sia "un vero Milanese d'Europa, uno scrittore che da piazza Belgioioso ha esercitato tramite le sue opere e il suo pensiero un fascino e un interesse difficilmente imitabili nella storia del nostro Paese".
Il primo cittadino commenta anche il ricco palinsesto di eventi, che vede coinvolte le principali entità culturali milanesi, in onore della ricorrenza legata all'autore dei Promessi Sposi. Per l'occasione, anche Casa Manzoni è stata aperta al pubblico gratuitamente.
Intervenendo da Casa Manzoni, dove il padre de "I promessi sposi" ha vissuto fino alla morte, Mattarella ribadisce alcuni concetti cari allo scrittore. A partire dai diritti dell'uomo, con la concezione manzoniana che "si allarga a quella del diritto internazionale e dei rapporti tra gli Stati, dove si ritrova una critica lucida e serrata al nazionalismo esasperato".