Da Bruxelles le indicazioni sono abbozzate ma precise, l'autonomia non s'ha da fare. E allora si ritorna a parlare di riforme nelle stanze della politica. Ma quale riforma avrà la precedenza resta il vero dilemma che impegna i palazzi del governo.
A detta delle forze in campo la premier sembra avere le idee chiare, prima un premierato forte poi pensiamo ai desideri del Carroccio. Qualcuno però l'avrà detto a quelli con la camicia verde? Forse no, oppure tra i leghisti non ci si è accorti dell'ottima intesa che sembra esserci tra la presidente Meloni e la presidente von der Leyen. Così, nel giorno della visita in Emilia Romagna, dall'Europa arrivano un paio di indicazioni tra cui trapelano forti dubbi sulla buona riuscita dell'autonomia differenziata.
Lo afferma in una nota l’eurodeputato Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega Verona che aggiunge con veemenza:
Non sono nuove le critiche alla proposta della Lega di autonomia differenziata, solo pochi giorni fa infatti una bozza d'analisi della riforma del Senato aveva creato un vero caso all'interno della maggioranza che ha messo in crisi il ministro Calderoli responsabile dell'iter. Soprattutto il presidente del Veneto Zaia era stato categorico: "Senza riforma viene meno il patto sociale con gli elettori". Oggi invece arriva la bacchettata dall'Europa. Con il country report sull’Italia i sospetti di una manina europea intenta nell'organizzare uno scherzetto alla Lega sembrano possibili. possono sembrare. E purtroppo non fanno rumore tra gli uomini di Salvini le raccomandazioni della direzione generale Affari economici della Commissione europea sulle manovre fiscali senza coperture o l'evergreen rinvio sulle concessioni balneari. Ma se si tocca l’autonomia differenziata stiamo certi che dalle parti del Carrocci sono pronti anche gli elmi da vichingo.