Se c’è qualcosa di netto nel nuovo partito democratico targato Elly Schlein o meglio, nella sua segretaria, è il modo in cui ha definito il risultato delle amministrative e dei ballottaggi: Una sconfitta netta, appunto.
A distanza di oltre 3 mesi da quella fine febbraio che consacrò la 37enne quale nuova guida del Nazareno, poco è cambiato e molto si è discusso. Ma solo in linea generale. Doveva esserci uno spostamento verso sinistra del PD, ed invece è arrivata una intervista a Vogue. Dopodiché tutto tace. Anche Elly, cui molti chiedono una riunione, una direzione, un cenno. Doveva esserci una mano tesa verso le varie anime dei Dem, e invece nel silenzio le anime rumoreggiano. Scontente di una situazione di crisi che doveva dare un senso e che invece deve accontentarsi dell’unica, risicata vittoria del centrosinistra in quel di Vicenza. Forse dire la sinistra riparta da Giacomo Possamai, neo-sindaco vicentino che ha tenuto i big Dem alla larga dalla città e unica bandiera o meglio bandierina rossa ancora sulla mappa, è inutile.
Inutile anche perché nessuno, forse neanche la stessa Elly Schlein si vorrebbe trovare segretaria del PD: Non si vince da soli, dice lei, il vento spira ancora verso la destra. Chiede tempo, Elly Schlein, ne chiedono anche i principali sostenitori, come Dario Franceschini. L’ex ministro della cultura allarga anche l’orizzonte temporale: Il governo andrà fino a fine legislatura ammette. Poco più di 4 anni ancora quindi per costruire, a sinistra, un qualcosa di vincente. Tanti però ancora gli interrogativi: dal posizionamento politico ai diritti civili, passando per le questioni economiche e le elezioni europee dell’anno prossimo. Fallito il primo test, trovati i primi alibi, Elly Schlein avrà la forza di cambiare come promesso il Nazareno? Il tutto senza dimenticare il campo largo: può essere realtà con un Movimento 5 Stelle che dalle amministrative esce con le ossa rotte?
Momento amaro per il Partito Democratico