Il coperchio è saltato, ancora una volta a creare scandalo nei salotti della politica italiana è il faccendiere più famoso dello stivale. Quel Luigi Bisignani che con il nuovo libro "I potenti al tempo di Giorgia" scritto con Paolo Madron edito Chiarelettere, rivela come i nostri servizi segreti siano immischiati in un gioco di spionaggio di centinaia di utenze di politici e giornalisti.
Il primo ha lanciare il sasso nello stagno è stato il senatore Matteo Renzi che da un'intervista su Repubblica ha lanciato l'allarme riguardo a un presunto programma d'intercettazione su circa 400 utenze di politici e giornalisti da parte dei servizi segreti. La notizia è di una gravità politica mostruosa ed è uscita fuori dalle pagine del libro dove si racconta di un’inchiesta della procura di Roma. "Prima di arrivare a Palazzo Chigi, pare avessero detto a Giorgia Meloni che esistevano forme di controllo telematico di vari personaggi che ruotavano attorno al suo mondo. Si parlava di oltre 400 utenze captate», si scrive. Le 400 utenze captate sarebbero quelle di politici e giornalisti".
Lo stesso senatore Renzi richiama l'attenzione del Copasir nella faccenda. Ponendo il dubbio, data la sua esperienza di ruolo come premier, che ci verifichi la possibilità di attuare un certo tipo di procedure di intelligence.
La risposta seccata del governo arriva via agenzie direttamente dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano
"Se quello che scrive #Bisignani nel suo libro, "I potenti al tempo di Giorgia", fosse vero, ci troveremmo di fronte a un fatto di una gravità inaudita. Sarebbe minato alle basi il nostro equilibrio dei poteri che fonda il sistema democratico".
— Italia Viva (@ItaliaViva) May 31, 2023
L'intervista di @matteorenzi oggi… pic.twitter.com/BDmyxpI8uH