Alla fine il Pride diventa una questione puramente politica e ideologica. Molte Regioni negano il loro patrocinio a quello che dovrebbe essere un evento di festa e colori a sostegno della comunità Lgbtq+. L'anno scorso le Marche negarono il patrocinio, quest'anno è toccato prima alla Lombardia e poi alla regione Lazio. E scoppia un botta e risposta tra il presidente Francesco Rocca e gli organizzatori del Pride di Roma.
Nel Lazio c'è stato un clamoroso dietrofront del Governatore Francesco Rocca. Prima dà l'ok, poi ritira il patrocinio dopo qualche ora. Di base il presidente si è imbufalire perché il portavoce del Roma Pride, Mario Colamarino, ha accostato la regione alla pratica dell'utero in affitto, quasi a sostenere che il Lazio appoggia la pratica.
Il Governatore ha voluto comunque sottolineare la sua estraneità all'omofobia, sostenendo che non è arrivato nessun diktat dall'alto ma è stata solamente per una questione di principio.
Ma Colmarino non ci sta e aveva respinto al mittente tutte le accuse. Nel giro di qualche ora il Pride aveva diramato prima una nota di plauso per Rocca, che aveva deciso di sostenere il pride, poi di critica per il ritiro del patrocinio. Il numero uno del Roma Pride ha infatti sostenuto che il Governatore si sia dovuto piegare alla volontà delle associazioni Pro Vita che lo hanno supportato durante la campagna elettorale.
L'anno scorso il sindaco Roberto Gualtieri era in piazza con tutta la comunità Lgbti+. Sarebbe curioso se quest'anno non dovesse esserci per impegni istituzionali.
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