Durante la scorsa notte, le forze di difesa dell'Ucraina hanno distrutto otto droni kamikaze e due missili lanciati su Odessa dalla Russia. Lo ha reso noto su Telegram il portavoce dell'Amministrazione militare regionale, Serhiy Bratchuk, come riporta Ukrinform. Nell'attacco aereo condotto dalla Russia nella notte sono morte 3 persone e 10 sono rimaste ferite. I droni con cui è stato condotto l'attacco sono droni Shahed-131/136 di fabbricazione iraniana e sono stati distrutti dalle forze di difesa ucraina. Tuttavia, alcuni detriti sono caduti su un edificio residenziale, causando un incendio e danni ad alcuni appartamenti.
Le forze di difesa aerea russe in Crimea hanno invece abbattuto due missili balistici lanciati dal sistema missilistico operativo-tattico ucraino (Otrk) Grom-2. La notizia è riportata su Telegram dal governatore della penisola annessa dalla Russia, Sergey Aksyonov, che segnala che: "A seguito dell'attacco, non ci sono state vittime o feriti. Chiedo a tutti di mantenere la calma e di fidarsi solo di fonti di informazioni attendibili".
Le operazioni di controffensiva ucraine proseguono in almeno quattro aree del fronte. Nella giornata di ieri, secondo quanto riporta il rapporto quotidiano dell'Institute for the study of war, sono stati ottenuti ulteriori guadagni nei pressi di Bakhmut e nella parte occidentale di Donetsk. Ieri il Presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l'inizio della controffensiva ucraina e ha dichiarato che le forze ucraine hanno ancora un potenziale offensivo. Si tratta di un cambio di narrazione radicale rispetto a quello usuale del Cremlino.
La dichiarazione di Putin appare però abbastanza isolata, dal momento che buona parte dello spazio informativo russo ha dichiarato che la controffensiva ucraina è fallita dopo ieri, quando le forze russe hanno colpito alcune attrezzature militari ucraine fornite dall'Occidente. I funzionari di Kiev hanno messo in conto che le operazioni di controffensiva porteranno con sé perdite di equipaggiamento.
Intanto gli alleati dell'Ucraina intendono continuare a mandare un forte segnale a Putin, per fargli comprendere che il loro sostegno non andrà diminuendo. Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, in missione a Washington, ha ribadito la volontà di affiancare Kiev con le seguenti parole: