Sono passati quasi trent'anni da quel "l'Italia è il paese che amo!". Tre decenni di ascese e cadute.
Tre decenni che hanno visto nascere una politica di destra che prima del Cavaliere era confinata fuori da ogni stanza di potere.
Quattro volte presidente del Consiglio, primo imprenditore-padrone a comprendere come sfruttare la comunicazione moderna a suo favore. Nella realtà Silvio Berlusconi è stato il vero padre di questa destra governativa che prima di lui non aveva mai creduto di poter arrivare al governo.
Indimenticabile il primo duello televisivo all'americana nel 1994 contro Occhetto con un giovane Mentana. Duello stravinto dal Cavaliere che sfidò una sinistra convinta di vincere, battendola con la sua innata capacità politico comunicativa, mai vista prima fino a quel momento.
Con la Lega è sempre stato un sali e scendi di alleanze e rincorse. Le foto con Bossi in canottiera in Sardegna per trovare una tregua in quel governo in rotta, passeranno alla storia. Così come sempre, è stata efficace la capacità di Berlusconi nel tenere uniti gli alleati nonostante tutto.
Proprio questa capacità di unire la destra italiana ha reso possibile la longevità politica del Cavaliere. Politicamente lascia una eredità difficile da sostenere e per molti versi controversa. Fu il primo ad intuire il crollo delle ideologie e inconsapevolmente fu il fautore di un nuovo modo di intendere la politica.
Tra i tanti episodi della vita politica di Berlusconi c'è sicuramente quel 18 novembre 2007 quando in piazza San Babila, nel centro di Milano. Il Cavaliere esce dalla macchina in mezzo a decine di persone, sale sul predellino e annuncia il cambiamento politico che darà il via al nuovo corso del centrodestra.
Fu una mossa sorprendente, qualcosa di unico nel panorama politico.
È e sarà ricordato come il Discorso del predellino che diede il via alla nuova destra italiana. Berlusconi da allora lascia così una lunga scia di successi prima economici e poi politici che lasceranno visibili cicatrici nella politica e nella cultura italiana. La destra gli deve quasi tutto e dovrà apprendere da quelle cicatrici che sono la memoria per questo centro destra erede del Berlusconismo.