La morte di Silvio Berlusconi lascia un'eredità pesante politica o economica che sia tutti sono pronti a prendersene un pezzo.
L'eredità politica però, non ha eredi naturali e diventa sempre proprietà di chi se la prende. Quella di sostanza invece, l'eredità del Berlusconi grande imprenditore, quella verrà divisa dai figli come legge comanda e come notaio enuncerà .
Il vero centro dell'impero economico lasciato dal Cavaliere si chiama Fininvest: 4 miliardi di fatturato e più di 15mila dipendenti. Fininvest è la holding che detiene le partecipazioni delle tre società quotate in borsa: il 48,6% di Mediaset, il 53,3% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum.
Tre partecipazioni che a Piazza Affari valgono complessivamente circa 3 miliardi di euro e che possono essere oggetto di grandi movimenti interni o esterni. Dalla Francia Vivendì è già alla finestra, siamo sicuri che risolto la questione Bolloré tornerà all'attacco come ha già fatto in passato.
Il Cavaliere aveva da sempre tenuto le redini di Fininvest ben strette, dividendo in parti uguali per i figli, Marina e Piersilvio con una società ciascuno con il 7,65%; mentre gli altri tre fratelli Barbara, Eleonora e Luigi sono soci paritari in una società che detiene il 21,42% di Fininvest. Il Cavaliere deteneva personalmente il restante 61,21% attraverso 4 diverse società.
Proprio la divisione di queste società passerà ai figli a meno di sorprese nel testamento. Alcuni ipotizzano ci sia qualcosa anche per l'onorevole Marta Fascina.
"La mia Marta" come diceva Berlusconi, sposata simbolicamente con un matrimonio senza valore legale nel 2022 sembra sia stata insignita di un ruolo politico deciso all'interno del partito. Presto sapremo se le è stato solo un ruolo in Forza Italia o anche una parte delle proprietà.
Con la famiglia riunita intorno al padre nella camera ardente privata di Arcore, dal quartier generale di Fininvest partono copiose tutte le rassicurazioni del caso dirette ai mercati.
Non ci sono solo le aziende quotate anzi, la fortuna di Berlusconi è partita dall'immobiliare e li si consolida. La holding immobiliare al centro è la Dolcedrago che controlla la società immobiliare Idra.
Quest'ultima detiene in pancia i veri gioielli di Berlusconi, le ville e le case. Tra cui Villa Certosa, in Costa Smeralda (426 milioni), Villa Gernetto e Villa San Martino ad Arcore. Inoltre tra le proprietà ci sono anche il Teatro Manzoni e la squadra di calcio di Serie A il Monza.
La divisione dell'eredità non è mai una mera operazione matematica di divisione in parti uguali ma è sempre un guerra di forze e rapporti familiari. Fino a quando la famiglia Berlusconi darà la sensazione di essere unita non ci saranno possibilità di dissolvimento. Alla prima crepa però, gli avvoltoi saranno pronti a dilaniare tutto quello che il Cavaliere ha costruito.
Ma quali saranno allora i rapporti di forza che governeranno l'eredità? Chi veramente sarà in grado di sostituire il monarca, perché Berlusconi è stato un monarca almeno nelle sue aziende. Chi riusrcirà portare avanti quella che è a tutti gli effetti la vera e ultima dinastia italiana sarà il vero erede di Silvio Berlusconi.