In Lussemburgo per il Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Ue, Josep Borrell commenta la ribellione del gruppo Wagner in Russia. L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune sceglie una metafora per descrivere la situazione attuale del Cremlino.
La conclusione più importante da trarre, sottolinea Borrell, è che a fare le spese nella "rivolta contro Putin" potrebbe essere proprio l'influenza russa in guerra. Nel conflitto contro l'Ucraina, infatti, "il potere militare sta cedendo e il sistema politico è in difficoltà".
Il gruppo guidato da Yevgeny Prigozhin, al momento irreperibile, in Russia, è salito alla ribalta dopo aver accusato i vertici militari di Mosca, in particolare il ministero della Difesa, dei fallimenti in Ucraina. La brigata dei mercenari aveva messo in atto un'autentica diserzione, poi interrotta prima di raggiungere Mosca.
Prigozhin, intanto, resta sotto inchiesta per ribellione. Lo riporta il quotidiano russo Kommersant, che smentisce di fatto l'ipotesi che il procedimento penale nei confronti del capo dei mercenari fosse chiuso.
Un momento di innegabile crisi per la Russia, con Putin che potrebbe presto mettere a tacere il capo della Wagner. In questo momento, ricorda Borrell, "continuare a sostenere Kiev è più importante che mai". Ciò che è accaduto durante lo scorso fine settimana dimostra "che la guerra contro l'Ucraina sta provocando crepe nel potere russo e condizionando il suo sistema politico".
Borrell, tuttavia, predica calma e invita a non prendere positivamente il momento di fragilità di Mosca. Mai come in questo momento, infatti, la Russia potrebbe essere più pericolosa che mai.