Esercito e forze di sicurezza russe hanno di fatto "impedito lo scoppio di una guerra civile": la pensa così Vladimir Putin, che ha ringraziato i suoi uomini per aver respinto la ribellione del gruppo Wagner. Lo zar è tornato sull'argomento parlando agli ufficiali in uniforme sulla piazza delle Cattedrali al Cremlino.
Tra i presenti anche il ministro della Difesa Sergei Shoigu, tra i più criticati dal capo di Wagner Yevgeny Prigozhin. Poi rappresentanti del ministero dell'Interno, dell'Fsb (ex Kgb), della Guardia nazionale.
Putin ha sottolineato come la Russia non abbia dovuto "rimuovere unità militari" impegnate nel combattimento in Ucraina per contrastare la Wagner. Questo perché la sicurezza interna è stata garantita dalle unità del ministero della Difesa e della Guardia Nazionale e dagli uomini del ministero dell'Interno. Proprio la Guardia Nazionale, attraverso le parole del comandante Viktor Zolotov, ha annunciato che il corpo sarà presto equipaggiato con armi pesanti e carri armati.
Il capo del Cremlino ha invitato i presenti a commemorare le vittime dell'ammutinamento della Wagner con un minuto di silenzio. Putin si è poi rivolto direttamente alle unità coinvolte nella repressione della tentata rivolta del 24 giugno.
I militari vittime della ribellione, sottolinea Putin, "hanno adempiuto con onore al loro dovere". Pronto a dare loro manforte c'era anche l'esercito bielorusso: lo ha rivelato oggi il presidente Alexander Lukashenko, che ha detto di aver ordinato ai soldati lo stato di massima allerta. In questo modo, in caso di bisogno, l'esercito di Minsk sarebbe stato pronto a contrastare l'ammutinamento di Wagner.