Di rientro dal Consiglio Europeo, Giorgia Meloni traccia la linea da seguire su alcuni temi caldi della politica, dai migranti al salario minimo fino a Mes e Pnrr. La premier, ai microfoni del Corriere della Sera, si dice soddisfatta degli esiti del vertice con i Ventisette e parla di "indiscutibile successo italiano" sul contrasto ai flussi migratori.
Come prova di un "totale cambio di passo", Meloni cita il dialogo con la Tunisia e la proposta della Commissione di investire fino a 15 miliardi del nuovo bilancio pluriennale su immigrazione e dimensione esterna. Se su quest'ultimo tema in Europa "siamo tutti d'accordo", lo stesso non si può dire per la dimensione interna.
Proprio sui migranti, il parere negativo di Polonia e Ungheria ha fatto saltare, almeno per il momento, l'accordo sulla gestione dei flussi. La presidente del Consiglio ribadisce come come i due Paesi abbiano "accolto milioni di profughi ucraini", ricevendo dall'Ue "contributi inferiori al necessario".
Nonostante il mancato accordo, tuttavia, il Patto migrazione e asilo "va avanti". Se, però, il Patto "si occupa di gestire gli arrivi quando avvengono", la priorità di Meloni "è invece fermare i flussi illegali prima che partano e stroncare il traffico di esseri umani".
Tra gli esiti del Consiglio Ue la flessibilità sui fondi comunitari, una sfida necessaria per contrastare Usa e Cina. Con queste potenze, spiega Meloni, l'Unione Europea "non può competere se non lasciando maggiore flessibilità ai propri Stati nell'utilizzo delle risorse".
Su altri temi economici come il Pnrr, la leader di FdI invita a "smettere di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera".
Sul Piano, il governo sta "lavorando senza sosta alla rimodulazione" dello stesso "e alla presentazione del Repower EU, per spendere tutte le risorse privilegiando progetti strategici".
Una chiosa sul Mes, sul quale Meloni predica calma e ritiene "contrario all'interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma". Al momento, il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell'Unione bancaria.
Un'ultima battuta sulla vicenda Santanchè, sulla quale la premier dice di "non essere preoccupata" in quanto la ministra "sta lavorando molto bene e i risultati lo dimostrano".
L'operato di Santanchè resta però oggetto di forti critiche dalla sinistra, che spinge anche sul tema del salario minimo. Su quest'ultimo punto, Meloni ricorda che "l'occupazione sta facendo registrare numeri record, anche grazie alle misure che abbiamo adottato".