Si aggrava il bilancio delle vittime dell'attacco israeliano a Jenin, in Cisgiordania. L'ultimo aggiornamento delle Forze della difesa di Israele (Idf) parla di almeno sette morti tra i palestinesi. Quindici i feriti, secondo fonti locali.
Secondo l'agenzia Wafa, l'esercito israeliano ha colpito via terra e via aria. La radio militare israeliana parla di diversi corpi sepolti sotto le macerie di un edificio che è stato colpito dall'aviazione.
Il comando militare dello Stato ebraico ipotizza che l'azione fosse diretta contro un centro di coordinamento di miliziani locali, le "Brigate Jenin". La brigata riunisce combattenti delle diverse fazioni arabe. L'obiettivo, secondo le autorità, era un "centro di osservazione e ricognizione". Sul posto anche un deposito di armi, ubicato nei pressi di due scuole e un centro medico.
Sull'attacco si è espresso il portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, Nabil Abu Rudeinah, parlando di "crimine di guerra".
Si tratta, del resto, solo dell'ultimo raid israeliano concentratosi su questa zona negli ultimi mesi. Il mese scorso un drone israeliano ha ucciso tre sospetti miliziani. Pochi giorni prima, un commando dell'esercito aveva compiuto un blitz a caccia di due ricercati. Tra elicotteri da battaglia e feroci scontri a fuoco, i morti erano stati 5, i feriti almeno 60.
Sulle tensioni alle stelle si era espressa anche l'Onu, invitando le parti a cercare "una pace duratura".
Sulla questione è intervenuto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant su Twitter, ringraziando chi opera nelle ultime ore "con uno sforzo concentrato contro focolari di terrorismo a Jenin".