Dopo aver scontato 12 dei 20 anni che gli sono stati riconosciuti per l'omicidio della moglie Melania Rea, Salvatore Parolisi torna oggi in tv. Usufruendo di uno dei permessi premi giornalieri concessigli dalla struttura carceraria in cui è recluso, ha infatti rilasciato un'esclusiva intervista a "Chi l'ha visto?". Andrà in onda stasera su Rai3 alle ore 21.20 e, anche se non se ne conoscono i dettagli, la famiglia della vittima ha già fatto sapere di provare rabbia. Secondo loro, infatti, l'ex militare tornerà a dichiararsi innocente, come ha sempre fatto. Eppure, secondo la giustizia, è colpevole.
Sono queste le poche parole che Salvatore Parolisi avrebbe rilasciato in anteprima all'inviata della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" che l'ha raggiunto - mentre stava beneficiando di uno dei permessi premio giornalieri concessigli dal carcere in cui è recluso, a Bollate - per l'esclusiva intervista che andrà in onda stasera, 5 luglio. Si tratta di una delle prime apparizioni pubbliche dell'uomo, condannato a 20 anni di reclusione per l'omicidio della moglie Melania Rea, consumatosi nell'aprile del 2011 a Teramo.
Nonostante la sentenza definitiva, l'ex militare si è sempre dichiarato innocente. Secondo il fratello di Melania Rea, Michele, tornerà a farlo anche sul piccolo schermo.
ha dichiarato al quotidiano locale Il Centro.
I fatti risalgono al 18 aprile del 2011. Secondo quanto ricostruito in seguito, Parolisi avrebbe colto di sorpresa la moglie, colpendola con oltre 35 coltellate, mentre si trovavano in un boschetto del Teramano per una gita insieme alla figlia di 18 mesi. Poi, cercando di depistare le indagini, le avrebbe inciso sulla pelle una svastica, conficcandole una siringa nel giubbino.
Da un po' di tempo aveva un'amante, una soldatessa: le aveva promesso che avrebbe lasciato Melania per costruirsi una nuova vita con lei. Invece di trovare il coraggio di farlo, aveva scelto la via della violenza. Per questo, lo scorso maggio, alla notizia dell'omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne di Senago incinta al settimo mese uccisa dal compagno, Alessandro Impagnatiello, la sua storia era tornata alla mente di molti, per affinità.
Alla fine ad incastrarlo era stato il bacio che, secondo i rilievi, avrebbe dato alla vittima poco prima di ucciderla: nell'area dell'arcata dentaria erano state trovate delle tracce del suo Dna. Gravi indizi di colpevolezza, che ne hanno poi portato alla condanna e che, tuttavia, non gli hanno impedito, nel tempo, di sostenere la sua innocenza. Oggi, dopo aver scontato 12 dei 20 anni che gli sono stati riconosciuti, ha maturato il diritto di poter chiedere dei permessi premio. Per questo, saltuariamente, può uscire dal carcere di Bollate.