La guerra tra Russia e Ucraina prosegue con una l'offensiva di Kiev: nella giornata di oggi un drone è esploso vicino alla centrale nucleare russa di Kursk, una delle più grandi della Russai occidentale. L'impianto si trova precisamente a Kurchatov, a poco più di 60 chilometri dal confine con l'Ucraina. La detonazione del drone ha causato lo spegnimento di uno dei reattori della centrale, come rende noto il Moscow Time.
Si tratta, nello specifico, dell'Unità 4, in funzione dal 1989 e caratterizzata di un reattore Rbmk, come quello presente a Chernobyl. Il reattore è stato disconnesso per consentire i lavori di riparazione.
Per il momento, nessuno parla di un aumento della radioattività nella zona limitrofa, ma l'azione ucraina ha certamente spaventato non poco gli abitanti della Russai occidentale.
Nel frattempo, l'offensiva ucraina prosegue anche via terra. Le truppe di Zelensky rendono noto che si stanno preparando ad azioni militari importanti nel settore di Kherson, al momento sotto l'occupazione russa. Il colonnello Mykola Urshalovych ha inoltre reso noto che l'offensiva si allungherà anche verso Avdiivka, ad Est.
Urshalovych, della Direzione della Guardia nazionale di Kiev, ha fatto anche sapere che le unità della quindicesima brigata operativa stanno riportando buoni risultati a Melitopol, mentre i russi tentano di impedire lo sbarco di truppe ucraine presso la riva sinistra del Dnepr.
E mentre i soldati continuano a combattere, ai piani alti della polita russa, ucraina e turca si discute per rinnovare o meno il fondamentale accordo per il trasporto del grano ucraino nel Mar Nero. Solo qualche ora fa il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato una proroga del patto, accettato da Vladimir Putin.
Ora arriva però la smentita da parte del Cremlino: «Non abbiamo rilasciato alcuna dichiarazione su questo punto» ha detto l'equipe di Putin.
Anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, si è espresso sull'argomento con parole di esortazione rivolte alla Russia: è importante che il patto sia rifirmato, pena un disastro umanitario nei Paesi in via di sviluppo.
Queste le parole di rimprovero diretta a Mosca da Blinken, intervistato dopo l'incontro a Giacarta dell'Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico, a cui hanno partecipato anche Stati Uniti, Cina e Giappone.