I lavoratori del centro commerciale Porta di Roma scendono in strada di fronte alla galleria commerciale con cartelli e megafoni per protestare contro la proprietà, che ha deciso di cambiare dallo scorso 1 luglio l'orario di lavoro lasciando aperti i negozi fino alle ore 22. La comunicazione è arrivata lo scorso giugno e dopo un iniziale dialogo le trattative con le sigle sindacali si sono interrotte, con la decisione unilaterale di ripristinare dunque l'orario di lavoro lungo del pre covid. Questa decisione ha spinto il gruppo dei lavoratori, un centinaio circa quelli che hanno preso parte al sit in di protesta, ad una prima azione che TAG24 ha documentato con le sue telecamere.
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Dunque con i saldi è arrivato anche il nuovo orario che ha fatto scattare la rabbia e la protesta. Poco prima delle 10 sono circa una 20ina i lavoratori presenti al sit-in organizzato dalle sigle sindacali, uno su tutti è Massimo Ghilardi che ci racconta quanto sta accadendo: "Ci è stato imposto di chiudere alle ore 22 rispetto alle 21 dallo scorso 1 luglio, una situazione per noi diventata molto pesante. Lavoratori che tornano a casa a mezzanotte se va bene lontano dalle famiglie. Poi c'è anche il grave problema della sicurezza per le ragazze che staccano tardi e ad esempio non hanno la macchina. Sembrava che ci fosse stata un'apertura da parte della galleria commerciale dopo un primo incontro con le sigle sindacali, però non ha avuto seguito. Loro pensano che quest’ora porti ad un aumento del fatturato, ma abbiamo dimostrato che non è cosi. Il nostro contratto ordinario prevede quest’orario, ma prima aveva senso oggi no. Mette solo a rischio tante donne che lavorano qui. Anche le aziende sono contrarie perché tenere aperti ha un costo, è una decisione solo del consorzio". La situazione presentata da alcuni lavoratori è ancor più nera, con delle testimonianze personali: "Io stacco alle 19 ma devo aspettare ogni giorno la mia compagna alle 23 per andare a casa, anche perché chi fa chiusura perde sempre tempo per sistemare. Non possono rimanere da sole, io dico sempre alle altre di fare gruppo perché anche se la sicurezza c'è prima che arrivano in caso di aggressione sarebbe troppo tardi". Una preoccupazione tangibile per i lavoratori, pronti ora alla mobilitazione dopo che la loro voce è rimasta inascoltata. Anche perché se è vero che contrattualmente le 22 erano prevista prima del covid, oggi non sono necessarie: "Si fanno pochissimi scontrini nei negozi, con dei costi per tenere aperti molto più alti, mentre anche i promoter che lavorano fuori dai negozi ma nella galleria sottolineano "Ieri abbiamo fatto due contratti, ma è un unicum perché solitamente dopo le 21 non si fa nulla". Nel frattempo la strada si riempie di oltre 100 lavoratori. Quando entriamo all’interno si respira il dissenso ma c’è più paura nell’ esprimerlo, senza contare che una volta intercettati dalla sicurezza veniamo invitati a togliere videocamera e microfono essendo una proprietà privata. Nessun negozio o attività commerciale ha tenuto giù la serranda, ma il malcontento per il nuovo orario è evidente.
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Le sigle sindacali CISL, CGIL e UIL sono all'unanimità convinte che quanto portato avanti dal Centro Commerciale Porta di Roma sia sbagliato, sopratutto perché dal punto di vista umano non c'è attenzione per i lavoratori come: "Siamo pronti a continuare la mobilitazione per i lavoratori e siamo al loro fianco. Non riteniamo che la direzione abbia agito in modo corretto", mentre altri sottolineano: "Siamo tutte e tre le sigle compatte oggi qui per chiedere maggiore rispetto e sicurezza per chi porta avanti il centro commerciale con il fatturato più grande d'Italia". Porta di Roma è infatti non solo il centro commerciale più grande, ma anche quello che porta i maggiori introiti con decine di ristoranti e l'unico cinema con sala IMAX della Capitale. All'interno però ci sono circa 900 lavoratori che chiedono maggiori diritti e tutela e lo hanno fatto anche firmando in oltre 600 una petizione. Si prevede una lunga battaglia sociale.