È arrivata oggi la notizia che dall'Italia speravamo di non dover sentire: Patrick Zaki è stato condannato a 3 anni. Lo studente dell'Università di Bologna si era laureato, attraverso una cerimonia a distanza, solo lo scorso 5 giugno, ottenendo il massimo dei voti.
A dare la notizia della sopraggiunta condanna, è uno dei 4 legali di Zaki, Hossam Bahgat, che specifica in una successiva comunicazione che la decisione del Tribunale egiziano non sarà in alcun modo appellabile. Dunque, non sarà possibile chiedere una revisione della pena in sede d'appello.
Questo quanto si legge nel tweet dell'avvocato difensore di Patrck Zaki. Contestualmente, è arrivato anche il messaggio di solidarietà e fiducia da parte della premier Giorgia Meloni che ha affermato:
Quella a cui Patrck Zaki è stato sottoposto oggi è la sua undicesima udienza nel corso di quasi tre anni, da quando fu arrestato per la prima volta nell'ormai lontano 2020. Prima di questa ennesima presenza davanti ai giudici, Patrick aveva affidato ad un post su Facebook tutte le sue speranze sull'esito del processo:
Purtroppo, però, il Tribunale di Mansoura ha deciso diversamente. Patrick è stato riconosciuto colpevole di aver «diffuso notizie false dentro e fuori il Paese» e dunque condannato a scontare altri 14 mesi in carcere, avendone già passati 22.
Non si è fatta attendere la replica amara di Amnesty International, che davanti a questa decisione della giustizia egiziana commenta così, attraverso il tweet del suo portavoce Riccardo Noury: «Il peggiore degli scenari possibili. Patrick Zaki condannato a tre anni».
L'esito dell'udienza di oggi ha gettato nello sconforto e nella disperazione parenti e amici di Patrick Zaki che, come lui, speravano in quest'ultima riunione dei giudici per poter definitivamente mettere una pietra sopra a questo incubo giudiziario. Invece, ancora niente da fare. Anzi, peggio: la condanna è stata definitivamente confermata.
Quando è stata letta la sentenza, la madre e la fidanzata di Zaki, rimaste fuori dalle porte del Tribunale di Mansoura, hanno espresso il loro indagato disaccordo con urla, mentre un momento di tensione si ha avuto quando un'amica dell'imputato ha avuto un diverbio con un avvocato di un altro processo, il quale l'ha spintonata.
Patrick Zaki è poi stato portato via dall'aula attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati.