La guerra in Ucraina prosegue, oggi con un nuovo attacco a Mykolaiv, un porto sul Mar Nero situato nella zona meridionale del Paese. La notizia dell'azione militare è stata diramata in prima battuta da Mosca, che ha riferito di aver colpito dei depositi di carburante e munizioni vicini alla città.
Nello stesso frangente, e con esiti simili, è stata attaccata anche Odessa. È la terza notte consecutiva che i due centri portuali sono fatti oggetto dei bombardamenti del Cremlino. In tutto, sono 20 le persone rimaste ferite.
Ma oltre ai feriti, a Mykolaiv si devono contare anche i morti. Secondo le autorità locali sarebbero almeno due le persone rimaste uccise nel bombardamento russo alla città che affaccia sul Mar Nero. La notizia del ritrovamento dei corpi è resa nota da Serhii Shaikhet, capo della Polizia nazionale della regione, citato da Radio Svoboda.
Anche il Presidente Zelensky ha commentato, tramite Twitter, quanto accaduto a Mykolaiv ed Odessa: «I terroristi russi continuano i loro tentativi di distruggere la vita del nostro paese», ha scritto, amareggiato.
Risale ormai a qualche giorno fa la notizia che ha posto la Cremlino in una posizione ancora più complessa agli occhi della diplomazia internazionale: la Russa è uscita dall'accordo sul grano, che permetteva delle rotte privilegiate per il passaggio del grano ucraino nel Mar Nero.
Con questa scelta, Mosca ha messo a rischio l'approvvigionamento di molti Paesi, specie dei più poveri: il baratro di un disastro umanitario legato alla fame è più vicino che mai. Per questo l'Onu è tornato oggi sull'argomento, ribadendo l'importanza dell'accordo sul grano e la necessità di rimettere a breve in piedi un'iniziativa simile.
Ha spiegato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, intervenendo alla sottocommissione Diritti umani del Parlamento europeo a Bruxelles.