Emmanuel Macron si sente stretto nella morsa del dissenso e, temendo un affossamento nei sondaggi, opta per un rimpasto di governo prima che sia troppo tardi.
La situazione per il Presiedente francese non è esattamente rosea: proteste di massa contro la sua riforma delle pensioni e disordini cittadini scoppiati in tutto il Paese a seguito della morte del giovane Nahel causata da un poliziotto hanno inficiato sulla stabilità e sulla salute del suo Esecutivo.
Per il leader del Renaissance è dunque il momento di correre ai ripari: la soluzione più ovvia sembra quindi quella di prendere alcuni membri della sua squadra politica e cambiarli, alla ricerca di personalità meno chiacchierate e che diano nuovo impulso ai consensi.
In realtà, il rimpasto operato da Macron non ha coinvolto figure di estremo spicco nella squadra di Governo: non cambiano i volti dei Ministri dell'Economia, degli Interni, degli Esteri e della Giustizia. Meno fortunati, invece, alcuni funzionari della società civile, nominati da Macron nel 2022.
Si tratta dell'autorevole storico specialista delle minoranze Pap Ndiaye, che lascia il suo posto al Ministero dell'Istruzione a Gabriel Attal, nome già molto noto all'intento del partito e fino ad ora responsabile dei Conti Pubblici. Addio anche al medico François Braun, sostituito dall'ex capo di gabinetto Aurélien Rousseau.
Il Ministero della Solidarietà non godrà più delle cure di Jean-Christophe Combe, ex direttore generale della Croce Rossa francese, e sarà invece affidato alla leader di Renaissance all'Assemblea Nazionale, Aurore Bergé.
Ultima, ma non per importanza, la Segretaria di Stato Marlène Schiappa, finita nell'occhio del ciclone di gossip e polemiche per aver posato su Playboy e per la sua gestione del fondo anti-estremismo. Macron ha rimosso Schiappa dall'incarico, mentre si attende la comunicazione del nome del suo sostituto.
La speranza di Macron è che questi nuovi nomi entrati a far parte del suo Esecutivo invertano la tendenza degli ultimi mesi, durante i quali il Presidente francese è stato investito a destra e a manca da polemiche, critiche e anche qualche minaccia. La situazione nel Parlamento francese è quantomai curiosa: Macron non gode della maggioranza assoluta e l'opposizione di destra è diventata ormai il suo principale sostegno.
E chissà se l'aiutino che Macron sta ricevendo dalle destre non stia sortendo l'effetto di spianare la strada all'estremismo di Marine Le Pen, in sempre maggior ascesa. Prima delle elezioni europee, fissate per il prossimo maggio, Macron dovrà lavorare anche su questo punto: il rimpasto è la base su cui ristrutturare l'immagine del suo Esecutivo anche in funzione anti-estrema destra.
Funzionerà? Non tutti ne sono convinti. Secondo Céline Bracq, dell'istituto di sondaggi Odoxa, è probabile che il rimpasto sortisca l'effetto opposto rispetto a quanto desiderato dal Presidente, dal momento che molti sono i francesi che si aspettavano cambiamenti più incisivi.