l Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva urgente dei benzinai, dal primo agosto saranno obbligati ad esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti come da decreto.
"Il Tar ha respinto solo la sospensiva del decreto ma nel merito si deve ancora pronunciare", ci spiega subito al telefono Alessandro Zavalloni segretario della Fegica-Cisl sindacato dei gestori. "Continuiamo a portare avanti la nostra idea, come già riferito dall'Antitrust, il prezzo medio rischia di essere una cosa non solo inutile per i consumatori ma addirittura controproducente".
Per i gestori delle pompe di benzina è un ritorno alla lotta cominciata mesi fa quando era stato varato il "Decreto Carburanti" che secondo il governo dovrebbe rafforzare i sistemi di formazione del prezzo e vegliare sugli aumenti.
Nel decreto è presente anche una modifica alla comunicazione del prezzo di vendita praticato da parte degli esercenti per l'attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione ad uso civile. Secondo il decreto dovrà effettuarsi "al variare, in aumento o in diminuzione, del prezzo praticato e comunque con frequenza settimanale, anche in mancanza di variazioni".
I sindacati continuano a fare muro contro delle misure che secondo i gestori non agiscono concretamente, "si dovrebbe intervenire su altro, questo del prezzo è un falso problema. - continua il segretario raggiunto al telefono da TAG24 - siamo l'unico settore che ha già i prezzi esposti. Un cittadino può sapere in anticipo, prima di partire".
Per il segretario il governo "ha voluto mistificare, sapendo di volerlo fare, aveva aumentato le accise, e poi ha dato in pasto all'opinione pubblica i benzinai, per scaricare il problema dell'aumento dei prezzi".
Un falso problema quindi che va in contrasto con un sistema in cui, secondo i gestori, è la stessa Antitrust ha rivelarne discrepanze con le intenzioni del governo. Lo stesso Garante Roberto Rustichelli si era espresso sul "Decreto carburanti".
Un mercato quello italiano che negli ultimi anni ha subito una liberalizzazione sfrenata con tantissimi piccoli operatori. Le grandi compagnie straniere hanno lasciato pochi impianti e con i grandi soggetti nazionali, Eni e IP in testa, che dettano le regole.
Per i sindacati il governo dovrebbe intervenire nel contrasto dei numerosi illeciti: "Un litro su tre di benzina è irregolare, il governo deve combattere le mafie e la camorra che hanno un terzo della quota mercato dei carburanti".
Gli stessi operatori evidenziano come saranno le stesse compagnie a voler cambiare il prezzo dopo che la mattina sarà riferito il prezzo medio dal sito del ministero. Ma dimenticano, i sindacati, che il 'Decreto Carburanti' specifica che ad ogni cambiamento dovrà essere effettuata la comunicazione di variazione. Perché logica vuole che ad ogni cambio di prezzo varia anche il prezzo medio.
Per i sindacati non sarà così e anzi il 'prezzo medio' diventerà un prezzo di riferimento. Uno vero e proprio stallo quello tra governo e sindacati che non sembra poter trovare una via d'intensa almeno non prima del pronunciamento del Tar.
L'unico cambiamento che avremo sarà quindi la possibilità, per noi consumatori, di vedere ogni giorno, dal 1 agosto, il prezzo medio alla pompa.
Lo stesso segretario Zavalloni ad una possibile speculazione del mercato risponde: "E allora? Dove è il reato? Se qualcuno specula non è un reato. Noi non stiamo facendo una battaglia corporativa. Ci possono obbligare a mettere altri 27 di cartelli, rompono le scatole solo al consumatore. Devono intervenire con riforme concrete. Basta annunci ma cose concrete: mettere mano ai problemi"
A noi consumatori non resta che capire se un eventuale aumento giornaliero di tale prezzo medio sarà conseguenza della sua esposizione pubblica o di una speculazione al rialzo di chi ogni mattina decide a che prezzo vendere la benzina?