Accuse alla Francia da parte dei militari che hanno orchestrato il golpe in Niger, destituendo il presidente eletto Mohamed Bazoum. A detta loro, Parigi vorrebbe "intervenire militarmente" per rimettere in ordine la situazione.
La giunta guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ha aperto all'ipotesi in diretta alla tv nazionale.
Nella giornata di ieri, domenica 30 luglio, Parigi aveva condannato formalmente l'assalto all'ambasciata francese, chiedendo alle autorità "di garantirne la sicurezza". L'Eliseo ha inoltre annunciato che la Francia sarebbe pronta a rispondere "immediatamente e con decisione" in caso di attacco contro i suoi cittadini.
Mentre continuano ad arrivare manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo, a cominciare da Ue e Usa, i governi stanno capendo cosa fare con i cittadini stranieri rimasti bloccati in Niger.
Per quanto riguarda i 500-600 cittadini francesi che si trovano nel Paese, ancora "non è stata presa alcuna decisione" in merito alla loro evacuazione. Lo fa sapere la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna nel corso di una intervista a Rtl.
Ci sono anche due italiani rimasti chiusi in un hotel di Niamey in attesa di capire le sorti del Paese. Si tratta di un pilota e un manutentore di un'azienda di Anagni, giunti in Niger per lavoro. Dovevano effettuare la manutenzione su aerei di una compagnia petrolifera.
Sarebbe stata proprio la Farnesina, che sta seguendo il caso, a disporre il loro stanziamento in albergo per ragioni di sicurezza, viste le continue sparatorie che si stanno susseguendo nelle strade del Paese.