Più di dieci droni russi, abbattuti prima che raggiungessero Kiev, che hanno provocato solo lo spargimento di detriti e altri danni materiali, ma senza mietere vittime di guerra. Lo comunica l'amministrazione militare della capitale ucraina.
Gli aeromobili, della tipologia "Shaded" e di fabbricazione iraniana, sono entrati simultaneamente nei cieli sopra la capitale da diverse direzioni. Secondo il capo dell'amministrazione militare regionale Serguii Popko, tutti gli obiettivi "sono stati individuati e distrutti in tempo".
I detriti dei droni distrutti sono caduti sui quartieri di Solomyansky, Golosiivsky e Svyatoshynsky. Nonostante alcuni danni a edifici non residenziali e per le strade, non risultano "gravi distruzioni o incendi", spiega l'amministrazione militare. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha confermato che i detriti sono caduti in diversi quartieri e che ci sono stati danni materiali.
Un altro attacco di droni dalla portata importante è avvenuto anche nel sud della regione di Odessa, durante la notte. Secondo le prime ricostruzioni risulta colpito un importante porto ucraino sul Mar Nero.
Incendi e danni alle infrastrutture portuali: questo il primo bilancio dell'attacco russo nell'oblast di Odessa, nell'Ucraina meridionale. Lo ha svelato il governatore regionale Oleg Kiper. Al momento ci sarebbero feriti.
Nel frattempo arrivano nuovi aggiornamenti per quanto riguarda una possibile ripresa degli accordi sul grano. L'esportazione sicura dei prodotti ucraini sul Mar Nero, interrotta per volontà di Vladimir Putin, potrebbe ricominciare. Ad aprire all'ipotesi l'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield.
Nei giorni scorsi Mosca, dopo aver aperto all'invio di grano ai Paesi dell'Africa, ha confermato di essere pronta a rimettere in piedi l'accordo. L'unico requisito era che "le condizioni poste" dal Cremlino "fossero accettate". La Russia, in particolare, aveva chiesto di migliorare le sue esportazioni di grano e di fertilizzante.
Due elicotteri provenienti dalla Bielorussia che violano lo spazio aereo polacco. È quanto sostenuto dal ministero degli Esteri di Varsavia, citato dala Tass. Per vederci chiaro la Polonia ha convocato l'incaricato d'affari di Minsk.
Dal canto suo, il ministero della Difesa della Bielorussia ha smentito qualsiasi accusa di violazione del confine polacco da parte di elicotteri Mi-24 e Mi-8 dell'aeronautica bielorussa e delle forze di difesa aerea. L'agenzia di stampa russa Interfax riporta la replica del ministero.
Le tensioni tra i due Stati confinanti restano dunque alte, con il Paese membro della Nato che nelle ultime settimane aveva aumentato la propria presenza militare nei confini con Minsk.