La Nigeria assesta un colpo brutale al Niger in seguito al violento golpe, lasciando intere città senza luce ed energia. Il Niger, infatti, dipende per il 70% delle sue forniture energetiche da Abuja, e la decisione della Nigeria ha gettato nel caos il paese africano. Le principali città del Niger stanno affrontando continui blackout, e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi giorni.
In seguito al golpe di mercoledì scorso contro il presidente Mohamed Bazoum, i Paesi europei stanno cooperando per rimpatriare i propri cittadini dal Niger in condizioni di caos e incertezza. La giunta militare guidata dal generale Abdourahamane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ha riaperto gli spazi aerei per consentire le evacuazioni.
La ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha sottolineato l'importanza di questa cooperazione europea in tempi di crisi, affermando: "Questa cooperazione semplice e pragmatica in tempi di crisi mostra ciò che l'Europa può ottenere in politica estera e di sicurezza quando lavoriamo insieme."
Nel frattempo, l'Ecowas (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale) sta decidendo sulle azioni da intraprendere in risposta al colpo di Stato. Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ha dichiarato: "La situazione può cambiare da un momento all'altro, la nostra priorità è tutelare gli italiani," ma ha escluso qualsiasi iniziativa militare occidentale poiché sarebbe percepita come una nuova colonizzazione.
La Nigeria, che fa parte dell'Ecowas, ha già intrapreso delle sanzioni contro il Niger, interrompendo la fornitura di energia elettrica, un duro colpo per i golpisti al potere. I leader dell'area hanno concesso una settimana alla giunta militare per rinunciare al potere o affrontare un possibile intervento militare.
Le interruzioni di corrente, insolite per il Niger, hanno colpito le città di Niamey, Maradi e Zinder, dove i residenti hanno l'elettricità per circa un'ora prima che venga spenta per un massimo di cinque ore.
La situazione resta tesa e incerta, con la comunità internazionale in apprensione per le conseguenze del colpo di Stato in Niger e con l'Europa che lavora per garantire il rimpatrio sicuro dei propri cittadini dal paese in crisi.