Dopo la recente tensione tra Filippine e Cina, con Manila che ha accusato le navi di Pechino di aver sparato cannoni ad acqua contro le proprie imbarcazioni nel Mar Cinese Meridionale, il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. ha subito chiesto chiarimenti all'ambasciata cinese convocando il diplomatico Huang per rispondere della questione. Secondo quanto riportano i media locali, il leader del paese ha motivato la convocazione in questa maniera maniera:
Come specificato, Manila in queste ore ha accusato la guardia costiera cinese di aver agito contro le proprie imbarcazioni in maniera illegale e pericolosa all'interno dell'atollo di Ayungin. La zona marittima è rivendicata da tempo da Pechino nonostante una sentenza internazionale del 2016 a sfavore. In quel settore c'è da registrare anche la rivendicazione di Vietnam e Malesia. Detto questo, la Cina - in difesa della sua posizione - ha parlato di "misure necessarie" contro le navi filippine.
Il presidente delle Filippine, in aggiunta, ha specificato quanto segue:
Sulla questione sono intervenuti anche USA e Unione Europea. Il Dipartimento di Stato americano ha chiaramente difeso la posizione filippina, etichettando le manovre di Pechino come "pericolose" e compiute da "milizie marittime". Dello stesso tenore le parole esternate dalle ambasciate UE, britanniche e australiane. Il Canada ha sottolineato il tutto dicendo che l'azione cinese è stata volutamente "pericolosa e provocatoria". Duro anche il Giappone che ha condannato Pechino parlando di "incidente totalmente inaccettabile".
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