La questione del golpe in Niger si fa sempre più complessa, ma l'Italia mantiene la sua posizione di favore verso la via diplomatica come strumento per risolvere la crisi: in un'intervista rilasciata a Radio Dimensione Suono, il ministro degli esteri italiano, Antonio Tajani, ha ribadito l'importanza di evitare il ricorso a una nuova guerra in Africa e ha sottolineato la necessità di stabilità e pace nel continente.
La democrazia è un elemento centrale nell'approccio italiano a questa situazione. Il ministro degli esteri ha chiarito che l'Italia è favorevole al ripristino della democrazia in Niger, ma ha escluso categoricamente l'idea di un intervento militare italiano ed europeo nel paese. "Non si può neanche minimamente pensare ad un intervento militare italiano ed europeo" ha affermato Tajani, sottolineando che il dialogo e il confronto costruttivo devono essere gli strumenti principali per affrontare la crisi.
Attualmente, ci sono militari italiani e di altre nazioni europee presenti nel paese, ma il loro ruolo è principalmente legato alla sicurezza dell'aeroporto. Tajani ha dichiarato che i militari italiani rimasti in Niger sono circa 250 e si trovano nella zona dell'aeroporto, ma non operano direttamente sul territorio nigerino. L'ambasciata italiana rimane aperta e operativa, garantendo la sicurezza del personale presente.
Le dichiarazioni di Antonio Tajani trovano eco anche nel ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. In un tweet, Crosetto ha riferito degli incontri tra contingenti italiani e rappresentanti del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (CNSP), sottolineando che è emersa una chiara "non ostilità verso i militari italiani presenti da parte del CNSP", nonostante il recente colpo militare.
Inoltre, Tajani ha espresso il desiderio che l'ultimatum imposto dall'ECOWAS (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale) al Niger per il reintegro del presidente Mohamed Bazoum, deposto dopo il colpo militare, venga prorogato. L'obiettivo è estendere il tempo a disposizione per cercare soluzioni diplomatiche.
In conclusione, l'Italia si pone come sostenitrice del dialogo e della stabilità in Niger, favorendo la via diplomatica come strumento per risolvere la crisi e evitare ulteriori conflitti. La posizione italiana è chiara: la democrazia e la pace sono gli obiettivi principali, e si lavorerà per il loro raggiungimento attraverso il confronto costruttivo e il rispetto delle istituzioni internazionali.