Nel contesto di crescenti tensioni tra Russia e Ucraina, Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ha espresso con fermezza la posizione di Mosca attraverso un messaggio sul suo canale Telegram "Come nell'agosto 2008, i nostri nemici saranno schiacciati e la Russia raggiungerà la pace alle sue condizioni", ha affermato Medvedev, richiamando l'anniversario dell'invasione russa della Georgia di 15 anni fa.
Medvedev ha citato il conflitto georgiano del 2008, ricordando che "le nostre forze armate punirono rapidamente e severamente gli sfacciati nazionalisti in cinque giorni, proteggendo dal nemico la nostra gente che viveva in Abkhazia e nell'Ossezia meridionale". Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo ha sottolineato la determinazione della Russia nel perseguire il proprio obiettivo di pace, affermando che "abbiamo forze sufficienti per portare a termine tutti i compiti dell'operazione militare speciale".
Medvedev ha lanciato un'aspra critica nei confronti degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali, accusandoli di condurre "una guerra criminale" e cercare di "cancellare la Russia dalla faccia della terra". Ha inoltre affermato che "l'intero sistema Nato sta praticamente combattendo apertamente contro di noi". Tuttavia, ha ribadito la fiducia nella forza e nella capacità della Russia di affrontare le sfide attuali, sostenendo che il Paese è in grado di "risolvere tutti i compiti dell'operazione militare speciale".
Nel 2008, durante l'esplosione del conflitto, Mosca giustificò il suo intervento con la necessità di proteggere la minoranza russofona nelle regioni secessioniste, adducendo la minaccia di un genocidio imminente. In realtà, la vera causa del conflitto è stata identificata nel desiderio della Georgia di sottrarsi alla tutela di Mosca, avvicinandosi all'orbita NATO. La guerra si risolse in una rapida vittoria russa e nell'occupazione di alcune regioni russofone della Georgia.
Nonostante siano trascorsi 15 anni, non è emersa alcuna evidenza delle violenze segnalate contro i cosiddetti russofoni, presenti non solo in Abkhazia e Ossezia del Sud, ma anche in altre parti della Georgia. Al contrario, nel 2022 la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso un mandato di arresto nei confronti di tre cittadini russo-ossetini, accusati di crimini di guerra, detenzione illegale, maltrattamenti, presa di ostaggi e trasferimento illegale di civili di origine georgiana. Questi eventi si sono verificati nel contesto di un'occupazione condotta dalla Federazione Russa.