La vicenda de neonato abbandonato vicino a un cassonetto dei rifiuti a Taranto sembra prendere una svolta inaspettata. La madre del bambino, una giovane donna georgiana di 23 anni, sta cercando di riconoscerlo nonostante le accuse pendenti nei suoi confronti. Secondo fonti sanitarie, la madre avrebbe espresso la volontà di formalizzare il riconoscimento del bambino, a cui è stato dato il nome Lorenzo dai medici dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
Tuttavia, la strada verso il riconoscimento potrebbe non essere priva di ostacoli. Si è parlato di una possibile difficoltà di natura burocratica che sta ritardando il processo. Nel frattempo, la procura ha aperto un fascicolo per abbandono di minore, e la giovane madre è stata indagata anche per tentato omicidio, in base alle ipotesi avanzate dal pm della Procura dei minori di Taranto.
La giovane donna, nella sua testimonianza agli inquirenti, ha raccontato di essere stata presa dal panico e dal timore di perdere il lavoro come badante, motivo che l'avrebbe spinta a commettere l'atto estremo. "Un momento di sbandamento e di disorientamento provocato dalla paura di perdere il lavoro come badante a Taranto" - ha dichiarato la donna, spiegando la motivazione dietro il suo gesto.
La sua storia personale è emersa nel corso degli interrogatori. Era giunta in Italia da sola, proveniente dalla Georgia, e aveva partorito nel bagno dell'abitazione dell'anziana signora per cui lavorava come badante. Non aveva mai pensato di abortire e aveva espresso l'intenzione di vedere il figlio e allattarlo, ma la sua situazione sembra essere stata complicata dal timore di perdere l'impiego.
Il neonato, chiamato Lorenzo dagli operatori sanitari, è stato trovato da una passante che stava portando a passeggio il suo cane. Il piccolo è stato ricoverato all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove attualmente è sotto osservazione nel reparto di Terapia intensiva neonatale.
Il caso ha suscitato un forte interesse a livello nazionale, attirando l'attenzione persino dell'ambasciata della Georgia in Italia. Nel frattempo, il tribunale dei minori è chiamato a decidere sul futuro del bambino: se la madre riconoscerà il figlio, o se si aprirà la strada al pre-affidamento e all'eventuale adozione.