Il veliero Aurora della Ong Sea Watch ha nuovamente scatenato polemiche sbarcando nel porto di Lampedusa anziché seguire le indicazioni delle autorità italiane, subendo così lo stato di fermo per 20 giorni; la nave, con a bordo 72 migranti soccorsi in acque internazionali, era stata originariamente destinata al porto di Trapani, ma la situazione a bordo ha spinto l'equipaggio a prendere una decisione audace.
Mentre il sole cocente colpiva il mare, l'equipaggio di Sea Watch ha rilevato una temperatura di 46 gradi sul ponte della nave. L'acqua potabile scarseggiava, e la benzina a disposizione era limitata. Persone cominciavano a svenire a causa del caldo. È stato in questo momento che l'Ong ha intensificato il pressing per ottenere il permesso di sbarcare in un porto più vicino, sfidando le direttive delle autorità italiane.
La capomissione Rebecca Berker ha giustificato questa mossa affermando che "arrivare a Trapani con 72 persone soccorse in un assetto con spazi limitati, senza benzina sufficiente né acqua potabile a disposizione semplicemente non è possibile." Questa spiegazione, tuttavia, ha sollevato polemiche e critiche riguardo all'adeguatezza delle operazioni delle Ong in mare.
Secondo alcuni, l'equipaggio sembra ammettere le proprie carenze nell'eseguire le operazioni di salvataggio e soccorso in mare. "La vera 'missione' della nave Aurora e delle altre navi Ong è l'aperta sfida al governo Meloni e alla stretta voluta dal decreto Piantedosi", sottolinea un'analisi. Questo atteggiamento di sfida sembra evidenziare un disaccordo tra le organizzazioni umanitarie e il governo riguardo alle norme e ai protocolli da seguire nel salvataggio e nell'approdo delle imbarcazioni.
Tuttavia, è importante ricordare che la questione del porto sicuro è un tema controverso. Mentre le Ong sostengono il diritto di sbarcare nel porto più vicino, il Tar del Lazio ha stabilito che solo il Ministero degli Interni ha il potere decisionale in merito. Una sentenza passata ha ribadito che il punto di attracco non deve necessariamente coincidere con il porto più vicino alla zona di soccorso.